NECESSARIO UN CODICE ETICO PER LE MISERICORDIE...... dopo il servizio di Report un contributo al dibattito
Caro Presidente, dopo il servizio di Report di lunedì scorso, ritengo utile trasmetterti alcune riflessioni che credo utili al Movimento. Almeno nella nostra realtà, tra i volontari e i soci, il servizio è stato motivo di turbamento e noi ben sappiamo che in tante realtà associative la chiarezza e la trasparenza non sono di casa. Spero che questa mia sia ben compresa, perchè vuole essere solo un contributo ad una discussione necessaria....Buon lavoro e ti giungano i miei fraterni saluti.
Il servizio di "Report", trasmesso da Rai 3 nella serata di lunedì 4 novembre, con il titolo "Trasparenza e Privacy" ha offerto, forse volutamente, una brutta immagine del nostro Movimento, delle realtà caritative e del no profit, coinvolgendo nelle riprese televisive nomi e loghi di Misericordie (vedi Navacchio) che non erano oggetto del servizio stesso.
Potremmo scegliere la strada di non parlarne, lasciando che la polvere della polemica si riapposi, buttandola magari sotto il tappeto, come spesso si usa fare.
Invece scelgo di fare alcune riflessioni.
Lo faccio da confratello di Misericordia, da sempre, ed anche da ex Presidente confederale, che conosce i meccanismi e le dinamiche del nostro Movimento.
Lo faccio in tempi "sereni", con gli organi rinnovati per un quadriennio da pochi mesi.
Lo faccio per aprire un dibattito che, quasi sempre, è stato appannaggio solo dei componenti gli organi di Confederazione, mentre invece deve diventare patrimonio delle Associate e dei singoli confratelli.
Premetto che non voglio eprimere giudizi sulle questioni sollevate dal programma televisivo a cui, molto spesso, più della verità interessa lo scoop, ignorando le opinioni che possano non avvalorare la tesi propugnata dal programma.
Anche nell'edizione di lunedì non è stata trasmessa l' intervista ad un esponente di rilievo del nostro Movimento che sarebbe stata molto ultile ascoltare.
Monciatti, Presidente della Misericordia di Viareggio, già nella giornata del 5 novembre ha inviato un messaggio per informare che il "consiglio della Misericordia ha deliberato di incaricare alcuni avvocati per sporgere almeno tre denunce per falsità e offese".
Mi auguro davvero che ciò avvenga e che possa ottenere anche adeguate smentite e soddisfazioni.
Di fatto però il programma ha colpito duro, evidenziando comportamenti di due grandi e storiche Misericordie, da tempo oggetto di attenzioni della stampa, dando giudizi negativi e pesanti.
Di certo non sono state di aiuto le reazioni "poco serene" degli intervistati, che hanno contribuito a dare una immagine non positiva delle nostre realtà.
Il messaggio che Report ha tentato di veicolare risulta essere questo:
il no profit non ha controlli.....non si sono volute costituire strutture di controllo che erano previste.....si è abolita addirittura l'Agenzia che era stata costituita (come ha affermato Zamagni).....si costruiscono società come scatole cinesi con i soldi dei benefattori.....non c'è trasparenza nella gestione dei fondi raccolti.....
Della Misericordia di Pisa sono note, da tempo, le vicende dei diversi commissariamenti, decisi addirittura dall' Arcivescovo della città, Mons. Giovanni Paolo Benotto, conseguenti alla impossibilità per gli organi statutari di procedere, con risultati positivi, a normali elezioni; e si conosce la preoccupante mancanza di volontari, fatto grave per una Misericordia di così grande tradizione.
Dopo il servizio di Report sono state molte le telefonate ricevute da Governatori preoccupati ed anche lo stupore di tanti nostri soci, soprattutto delle persone anziane, sempre vicine alla Misericordia.
La nostra Confederazione Nazionale, non può rimanere passiva.
Il nostro Movimento (la più antica forma di volontariato organizzato, come ci piace definirci) ha il dovere di trovare forme nuove di controllo e garanzia per chi si fregia di un nome così impegnativo e importante come quello di "MISERICORDIE" e si rifà, addirittura, all'insegnamento Evangelico ed alla parabola del Buon Samaritano.
Siamo consapevoli che la Confederazione è una "associazione di associazioni" che sono, nel loro agire, assolutamente autonome ed indipendenti, con propria personalità giuridica e, pertanto, non soggette a vincoli gerarchici o associativi.
Scherzando, da Presidente Confederale, aggiungevo che le nostre Associazioni, spesso, si dimostrano anche "anarchiche individualiste", viste le difficoltà che sempre si trovano nel coinvolgere le Misericordie in progetti capaci di valorizzarne il ruolo di Movimento a livello nazionale o, addirittura, europeo, come oggi sarebbe assolutamente necessario.
L'accordo con i Padri Camilliani per missioni assistenziali all'estero, la possibilità di costituire una Misericordia a Betlemme in accordo con la Fondazione Giovanni Paolo II, la possibilità di realizzare una funzionale struttura nella terremotata città dell'Aquila, sono solo alcuni degli esempi di un possibile, virtuoso, lavoro comune che ho vissuto personalmente, con delusione.
Perfino la costruzione delle "federazioni regionali", sulle quali avevamo creduto, non senza scontri interni al Movimento, mi sembra proceda con troppa lentezza, rispetto a quanto ci si aspettava, nonostante l'approvazione (finalmente!) del nuovo Statuto confederale.
Anche l'idea di dare vita ad una struttura di emergenza per l'accoglienza degli immigrati a Lampedusa o sulle coste siciliane, gestita direttamente dall'Ugem, che avevo suggerito di chiamare "campo della carità", non ha trovato una adeguata discussione all'interno del Movimento.
La Confederazione, come ho già detto, non ha alcun reale potere di controllare i comportamenti delle associate; nullo è il potere di controllo su quelle costituite prima degli anni '90 del secolo scorso (la stragrande maggioranza), scarso, di fatto, anche su quelle costituite dopo, verso le quali gli interventi correttivi o di commissariamento sono spesso naufragati.
Per questo c'è bisogno di qualcosa di nuovo, che dobbiamo pensare ed inventarci, come ad esempio:
un "CODICE ETICO E COMPORTAMENTALE", che la stessa Confederazione potrebbe studiare e proporre alle singole Misericordie che, liberamente, potrebbero sottoscrivere, impegnandosi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo: 1) alla assoluta trasparenza della gestione, 2) al pieno rispetto dello Statuto, 3) al corretto trattamento normativo ed economico del personale dipendente, 4) ad evitare ogni e qualsiasi pagamento "mascherato" delle prestazioni volontarie, 5) a comunicare con regolarità alla Confederazione Nazionale i dati di bilancio, il numero dei soci, il numero dei volontari attivi, il numero dei dipendenti.
Il CODICE ETICO E COMPORTAMENTALE dovrebbe essere approvato dal Magistrato della Misericordia e trasmesso alla Confederazione con la firma del Governatore, del Correttore, del Presidente del Collegio Sindacale e del Collegio Probivirale.
La Confederazione Nazionale dovrebbe dare vita ad una sezione del sito su cui riportare l'elenco, da tenere costantemente aggiornato, delle Misericordie che hanno sottoscritto questa sorta di "autocertificazione" di qualità, che potrebbe consentire all'Organo nazionale periodici "audit" presso le Associate.
La mia è una proposta, perfettibile e da discutere, che rafforzerebbe il senso di appartenenza al Movimento, con una trasparenza assoluta, di cui non si deve aver paura quando si è in buona fede.
E forse l'assoluta trasparenza darebbe più diritto di chiamare in causa Iddio.... perchè renda merito !
8 novembre 2013
Gabriele Brunini - Misericordia di Borgo a Mozzano