ANNAGRAZIA BARSOTTI RACCONTA...LA SUA BEFANA !
Questo il testo:
Ah! .....La Befana !
Aspettavo con gioia le feste di Natale. Ai primi di dicembre il freddo pungeva le mani ed i piedi, le giornate erano corte e fredde, ma l'arrivo delle feste era una luce calda nell'anima .Guardavo dai grandi vetri delle finestre della cucina il monte davanti e mi immaginavo la Befana che si preparava alla partenza. Un momento la vedevo in un casolare più alto , un momento dopo era in fondo al monte dove una piccola luce brillava .La accompagnavano una fila di pecore con il cane che le guardava .Non era vestita in modo diverso dalle tante vecchiette che frequentavano, a quei tempi, la piazza di San Rocco, oppure la chiesa o le mie nonne . Il mio pappà ( lo chiamavo così) preparava un bel presepio con tutto ciò che trovava in fiume e con i pastorelli che gelosamente custodiva; dell'albero me ne ricordo uno solo, alto, spelacchiato e vuoto e, sinceramente, non capivo che cosa ci rappresentava in casa. Poi c'era la Befana ! Che cosa mi avrebbe portato quest'anno ? Aspettavo con gioia, ma anche con un pò di tristezza: perché mi portava sempre un oggetto che non mi piaceva? Un anno una celetra di ferro, ma che me ne facevo. che non conoscevo le note? Un altro anno una lavagna con il gesso, ma io usavo il muro per lavagna! Poi c'era la storia di quel piccolo bambolotto che spariva e poi tornava la mattina della Befana. Sinceramente a me pareva lo stesso, ma non ci davo importanza. Importante per me era la salute che i miei genitori dovevano avere, la casa più o meno fredda, i baci ed i sorrisi della mamma che, a volte, vedevo disperarsi perché i soldi erano pochi. Una mattina del 6 gennaio mi alzai contenta: in mezzo al grande tavolo del salotto c'era il solito bambolotto, seduto, nudo, felice, che mi aspettava .La mamma mi guardò sospettosa, ma io fingendo una grande felicità, lo presi e promisi che gli avrei cucito tanti vestiti, tanto la macchina da cucire c'era dalla nonna ed io ero capace di farla funzionare; e così si accesero i geni del cucito che avevo ereditato dall'altra nonna. La mamma però aggiunse che, forse, in un'altra casa, la Befana aveva portato una bella bambola con i capelli veri, ma la nostra era povera e bisognava accontentarsi. Le risposi che non aveva importanza, che non ero gelosa e, senz'altro, prima della fine della giornata avrei avuto tanti altri regali facendo il giro dei familiari. Perché una tappa obbligata era dalla zia Laura. Da lei sì che si trovavano dei regali meravigliosi. A me faceva trovare un piccolo cestino con i befanotti del forno, qualche caramella e.... i mandarini! Belli, perfetti nella loro rotondità, profumati e di un colore arancione..... io non li ho più trovati così. Chissà la sua Befana dove li prendeva? Era comunque il regalo che preferivo.
Andavo poi a casa delle nonne e qualcosa trovavo anche lì........ma non ricordo bene....
Mi ricordo, però, che alla fine della giornata il tavolo si era riempito, poi allargando bene i regali sembravano anche di più!
Mi piaceva la festa della Befana, proprio tanto.
P.S. Aggiungo fuori concorso per non rattristare troppo i ragazzi che leggono questo testo che la vita mi ha regalato, fino a qui, tanti regali : belli, profumati e colorati proprio come quei mandarini.