UN CONTRIBUTO AL TEMA DELLA VIABILITA': un convegno del 2003
Ambiente e Viabilità
nella Lucchesia e Valle del Serchio
Convegno di Alleanza Nazionale
Sabato 29 febbraio 2003
Relazione di Gabriele Brunini
Sindaco di Borgo a Mozzano
Oggigiorno c’è in tanti di noi la volontà di trovare una possibile conciliazione tra le esigenze di sviluppo, la realizzazione di infrastrutture adeguate e la tutela del territorio, salvaguardando quello che comunemente è definito “patrimonio ambientale”.
L’incontro di oggi è pertanto una occasione per confrontarci su questi temi e cercare di trovare soluzioni a quelle che sono, da troppo tempo, le attese della nostra gente di Lucchesia e, nel caso specifico di questo mio intervento, della Valle del Serchio.
Lo sviluppo della nostra zona ha registrato negli ultimi decenni, secondo un trend abbastanza generalizzato, ritmi di crescita assai rilevanti, che hanno visto la nascita di numerose zone industriali, in varie parti della provincia con conseguente forte aumento della mobilità della popolazione, che ha determinato una crescita esponenziale del traffico veicolare, ed in particolare di traffico pesante su gomma.
A fronte di questo noi abbiamo tuttora in Lucchesia, una viabilità assolutamente superata.
Per attraversare e raggiungere la Valle del Serchio siamo ancora costretti ad usare strade nate per le carrozze dell’ottocento.
Alcune delle gallerie della strada Lodovica, sotto cui si incontrano ogni giorno migliaia di automezzi pesanti, sempre più grandi e sempre con maggiori carichi, sono quelle progettate e realizzate dall’insigne architetto Nottolini, proprio per le carrozze dell’epoca.
Per questo bisogna cogliere la grande opportunità di oggi: quella della presenza ai massimi livelli decisionali dello Stato, di autorità di governo ed istituzionali, alcune delle quali come il Ministro Matteoli e il Ministro Lunardi presenti a questo incontro, che hanno preso seri impegni con la gente della Lucchesia e della Valle del Serchio, e che hanno tutta la volontà di mantenere questi impegni.
Attraverso l’autorità del Governo nazionale bisogna fare in modo che anche Regione e Provincia prendano finalmente coscienza che gli interventi tampone degli ultimi decenni non sono più riproponibili; come non sono accettabili interventi che si realizzano in tempi troppo lunghi e che, una volta realizzati, dimostrano la loro assoluta insufficienza.
Basti citare come esempio la “famosa” strada di Fondovalle, le varianti di Diecimo e Borgo a Mozzano, fino alle ultime realizzazioni delle varianti (1° e 2° lotto) di Ponte a Moriano, che non mi sembra proprio siano esenti da quell’impatto ambientale che taluni sognatori ambientalisti vedono solo nella grande viabilità.
E di certo non sono risolutive di una esigenza di viabilità dei tempi moderni le progettate varianti di Castelnuovo Garfagnana o San Donnino, o i ponti che si sprecano in certi punti della Valle del Serchio, là dove i potentati politici ed economici possono condizionare le scelte della Provincia.
Queste sono state o sono solo sistemazioni tampone di una viabilità locale; siamo solo al passaggio dalle carrozze alle autovetture; ma non certo si dà soluzione al problema di un grande collegamento delle aree industriali della Lucchesia e della Valle del Serchio con le grandi arterie nazionali, con le zone ad economia forte, con i porti e con i paesi esteri, che sono clienti determinanti delle nostre industrie.
Noi siamo convinti che la ricchezza della nostra gente è data dalla possibilità di lavoro nelle industrie, ma di certo non dimentichiamo che uno sviluppo sostenibile si deve conciliare con la salvaguardia di bellezze ambientali che, fortunatamente ci appartengono, e che sono rappresentate dai nostri borghi, dalle nostre colline, dai nostri monti, dal verde dei nostri boschi e dal verde più tenue dei nostri oliveti. Anche queste bellezze sono ricchezza e lavoro per la nostra gente.
Ecco quindi l’esigenza di conciliare lo sviluppo industriale, la viabilità di grande collegamento, con la difesa di un ambiente che merita di essere difeso.
Ma siamo altrettanto convinti che oggi, fortunatamente, ci sono possibilità e sensibilità progettuali e di intervento, capaci di effettuare questa conciliazione.
Ecco perché crediamo che anche i necessari interventi di grande viabilità che sono attesi dalle nostre popolazioni, ed in particolare lo storico collegamento Lucca – Modena, possano essere realizzati senza massacrare un territorio che, proprio le grandi arterie, devono contribuire a far conoscere ed apprezzare; facendo così uscire la Lucchesia e soprattutto la Valle del Serchio e la Garfagnana da quella marginalità di cui ci siamo sempre lamentati.
Non sta a noi dire quale può essere la soluzione di questa viabilità, da realizzarsi il più possibile in galleria e con minore impatto ambientale; a noi compete dire che dobbiamo uscire da questa situazione di rassegnazione che ci ha condizionato per troppi anni.
Occorre che ci sia data la possibilità di collegamenti rapidi con le autostrade; collegamenti che oggi avvengono su caselli raggiungibili attraverso una viabilità caotica, posta all’interno di centri intensamente abitati e trafficati.
Il casello autostradale di Altopascio, pur ampio ed attrezzato, risulta in pratica troppo lontano per un suo utilizzo da parte degli abitanti della provincia e delle numerose industrie che sorgono nella Valle del Serchio, ed è, a mio parere, assai scollegato dal resto del territorio provinciale. E’ più facile che se ne serva un abitante delle province di Pisa, Firenze o Pistoia che non un abitante della Valle del Serchio. Quest’ultimo infatti preferirà, per i tempi di percorrenza, andare a prendere l’autostrada a Lucca, anche se questo vuol dire gettare altro traffico sulla già caotica circonvallazione cittadina.
L’altro casello, quello di Capannori, è evidentemente troppo piccolo e assolutamente incapace di assorbire il grosso flusso di veicoli che ogni giorno vi transita.
Inoltre la sua posizione comporta un disagio continuo per gli abitanti della zona che si vedono sottoposti ad ogni ora del giorno e della notte al rumore martellante dei grossi mezzi diretti al vicino centro industriale.
Il nuovo casello previsto nella località denominata “al Frizone” potrebbe essere una soluzione adeguata ai problemi sopra elencati.
Ma come collegarlo con il resto del territorio?
E’ necessario che i Comuni di Lucca e Capannoni riescano quanto prima a concordare soluzioni definitive e condivise, per dei corridoi di attraversamento del loro territorio che conducano celermente agli accessi autostradali.
La scelta della grande viabilità è sicuramente una scelta coraggiosa che avrà tanti nemici, in buona ma soprattutto in cattiva fede.
Coloro che affermano l’esigenza di farci vivere in una sorta di territorio bucolico, spesso sono coloro che in questi decenni hanno voluto difendere un asse di sviluppo, con forti caratterizzazioni politiche, che doveva vedere il centro del mondo tra Bologna e Firenze, facendo passare in quelle due città tutto il traffico dell’Italia, da nord a sud e viceversa.
Anche la possibilità che il trasporto su gomma possa essere convertito su ferrovia è certamente una illusione.
L’estrema insicurezza dei tempi di consegna, ad esempio, fa si che numerose aziende, anche se interessate al trasporto merci su rotaia, non possano rivolgersi alle ferrovie, anche a fronte di una convenienza di costi. Il rischio è che la propria merce arrivi fuori tempo massimo per la consegna.
Anche i viaggiatori e i lavoratori hanno dei nostri treni, e del trasporto pubblico in generale, l’incertezza degli orari e delle frequenze e quindi continuano a snobbare il mezzo pubblico a favore dell’autovettura.
Ma ciò non toglie che dobbiamo fare ogni sforzo affinché, attraverso un potenziamento della rete ferroviaria e di un trasporto pubblico integrato su gomma, si possa ottenere un contributo adeguato nella riduzione del traffico veicolare.
Per questo abbiamo appreso con soddisfazione la notizia del potenziamento delle linea Lucca Firenze che ha, oggi, tempi di percorrenza incredibili, ma ci sentiamo di chiedere anche il potenziamento della linea Lucca – Aulla, in modo da farla diventare, nel tratto Lucca – Piazza al Serchio, una metropolitana leggera, che possa invogliare i cittadini ad usare il treno in alternativa all’auto. Ma per far questo occorre potenziare le corse con frequenze adeguate alle esigenze della popolazione. Una frequenza di un locomotore ogni ora in andata e ritorno sulla tratta Lucca – Piazza sarebbe senz’altro un esperimento da tentare. Recuperando e rendendo comunque accoglienti le stazioni che in questi anni hanno subito un deplorevole abbandono, non offrendo più servizi agli utenti.
Così come si può contribuire alla riduzione del traffico pesante potenziando gli scali ferroviari da Tassignano a Decimo a Castelnuovo, dopo le favorevoli esperienze dei collegamenti ferroviari che Cartiera Lucchese e Industrie Tronchetti hanno realizzato in proprio a Borgo a Mozzano e a Coreglia.
Le esigenze che anche oggi abbiamo rappresentato sono ormai ben conosciute da tutti e discusse da tanti anni.
Oggi anche con questo Convegno dobbiamo affermare la precisa volontà di passare dalle intenzioni ai fatti, confidando che l’autorevolezza del Governo e l’impegno di uomini politici come i ministri Matteoli e Lunardi e il Senatore Pera siano veramente risolutive per le attese delle nostre popolazioni.
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