SI CHIAMAVA "IL SERCHIO" IL PRIMO GRUPPO CICLISTICO BORGHIGIANO. Fu fondato nel 1908.
Le notizie mi arrivano da una "velina" ingiallita, scritta a macchina, consegnatami nel 1986 dall'amico carissimo, borghigiano storico, Delfo Carnicelli (1903-1987).
"I ricordi, come scrive Delfo, sono sul filo della memoria, per aver letto a suo tempo i verbali di questo "Club", costituito a Borgo a Mozzano nel 1908, con finalità di modesto turismo ciclistico".
Promotore e primo presidente ne era stato l'avvocato Luigi Brancoli, che il Carnicelli, con il linguaggio dei tempi definisce "ben amato, onesto, serio professionista, gentiluomo nel senso più esteso della parola".
A quel tempo non era facile possedere una bicicletta ed era assai duro anche riuscire a mantenere l'equilibrio sulle due ruote.
Il gruppo dei soci che faceva parte del Club era formato da una ventina di persone, quasi tutti uomini di mezza età. La loro divisa era fatta di una giacca di tela grigia, con tasche a toppa e martingala; pantaloni alla zuava, calzettoni in tinta con bordo verde, berretto con visiera nera, anch'esso grigio con fascia verde. Verde era anche il tringolare stendardo del gruppo, ornato di frange dorate. I vessilli venivano issati sul manubrio delle biciclette di tutti i soci.
Camillo Pellegrini (figlio di Natalia) era il trombettiere del gruppo, perchè quando si camminava per le strade (polverose) c'era anche il problema di avvertire dell'arrivo i barrocci, le carrozze, gli animali e i pedoni assai curiosi...La tromba veniva suonata con quattro tonalità.
Le passeggiate, nei giorni festivi, consistevano in percorsi che oscillavano tra i 15 e i 30 km. tra andata e ritorno. "una gita fino a Collodi - scrive Carnicelli nel suo foglio ingiallito - era considerata un'impresa".
Il babbo del Carnicelli era il "biciclettaio" del gruppo e, al bisogno, oltre a riparare una gomma, sapeva intervenire anche sui freni o sui guasti alla catena.
Possedere una bicicletta, a quei tempi, era un lusso. Carnicelli ricorda che il direttore delle scuole, il "mitico" Alfredo Pardini, acquistò una bicicletta inglese marca "Humber" (una fabbrica fondata nel 1868); "destò ammirazione come se avesse una Rolls-Royce nuova di trinca...".
Il Club Sportivo Il Serchio rappresentava il gruppo dei notabili e dei bempensanti e così i giovani, qualche anno dopo costituirono un altro Circolo Sportivo che si chiamo "JUVENTUS". Un nuovo gruppo ciclistico che il Carnicelli definisce "numerosissimo, vivace, gagliardo". La divisa più semplice: maglia grigio chiaro, attraversata da una fascia celeste con la scritta "Juventus", e un berretto come quello dei pittori (che il Carnicelli chiama "rafanella"). Stesso programma del "Serchio", ma gite più lunghe e più audaci.
Venne la guerra 1915 - 1918 e i gruppi ciclistici borghigiani finirono... in archivio.
Negli anni venti ci fu voglia di riorganizzare e di fondere i due gruppi ciclistici. Venne indetta una riunione presso l'Albergo "Inferno", presieduta dall'avvocato Luigi Brancoli (per il Serchio) e da Francesco Lotti (per i giovani della Juventus). Venne decisa la fusione e fu mantenuto il nome di "Club Sportivo Il Serchio".
Il nuovo gruppo si associò all'U.V.I (UNIONE VELOCIPEDISTICA ITALIANA", che proponeva corsi per il conseguimento del diploma di "AUDAX CICLISTICO".
Chissà se in qualche cassetto di qualche casa esiste ancora una di questi diplomi...
Questa è una storia che dedico a tutti gli amanti della bicicletta borghigiani !
bruniniborgo@libero.it - 20.11.2014