NEL 1943 CI FU UNA GRANDE PROCESSIONE PROPIZIATORIA CON IL SS. CROCIFISSO PROTETTORE DI BORGO A MOZZANO.
Anche nel maggio 1943 ci fu una solenne processione per chiedere che Borgo a Mozzano fosse risparmiato dalle distruzioni della guerra in corso.
E così fu.
Ecco la foto di quella processione (era il 30 maggio 1943).
3 maggio 2016
Ecco qualche notizia da me raccolta su quella processione solenne:
Siamo in pieno conflitto mondiale (1940-1945) e, nell'anno 1943, i destini per le forze dell'Asse, a cui appartiene l'Italia, volgono al peggio. Alla fine del 1942 le truppe italiane, che avevano combattuto con valore ad El Alamein, erano state inesorabilmente sconfitte; a gennaio del 1943 gli alleati avevano conquistato Tripoli. Nello stesso mese di gennaio i russi avevano annientato la nostra armata in Russia; e tante famiglie, anche della nostra comunità, erano nel lutto e nella disperazione, non ricevendo più notizie dei tanti soldati, soprattutto alpini, inviati su quel fronte, scomparsi nella tormenta di neve della tragica ritirata. Come documentato nel libro che ho scritto insieme all'amico Marcello Martini ("Dal Serchio al Don solo andata" - Vanzi Editrice, 2010), saranno 145 i caduti e dispersi del comune di Borgo a Mozzano nel secondo conflitto mondiale sono stati ben 145 (di cui 79 sul fronte russo e 66 su gli altri fronti di guerra).
In questo tragico scenario, ancora una volta, la popolazione di Borgo a Mozzano ricorre, con fiducia, al SS. Crocifisso. Lo fa con una solenne processione "di espiazione e propiziazione", nella giornata del 30 maggio 1943, rivolgendo una speciale "orazione" all'Immagine miracolosa, venerata da secoli. Lo testimonianza ci arriva da una immaginetta che reca, su di un lato, un disegno della "Miracolosa Immagine del SS. Crocifisso che si venera nella sua Chiesa in Borgo a Mozzano" eseguito dal pittore e scultore Ubaldo Del Guerra. Sul retro del santino, stampato dalla Tipografia Togneri di Borgo a Mozzano, l' orazione, composta per l'occasione, "con approvazione ecclesiastica", di cui riportiamo il testo:
"O Crocifisso Salvator nostro, vi fu già un tempo in cui uomini di fede, rivestiti di bianco sacco, portarono la mirabile Vostra Effigie in devote processioni in più luoghi d'Italia gridando "misericordia e pace!".
Oh quanto ai dì nostri questa Patria nostra ha bisogno della Vostra Misericordia e di quella vera pace che è frutto della carità e premio delle opere sante!
O Crocifisso Signore, misericordia e pace, ecco la nostra preghiera! Esauditeci come esaudiste i nostri padri. Venga sopra di noi, venga sopra tutti i cristiani la Vostra misericordia e la vera pace regni su tutta la terra per la dilatazione e l'esaltazione della S. Chiesa. Così sia".
La parte più tragica della guerra doveva ancora arrivare. Il 9 luglio 1943 gli alleati sbarcheranno in Sicilia ed il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo decreterà la caduta di Mussolini, che sarà arrestato per ordine del Re Vittorio Emanuele III. Con l'armistizio dell' 8 settembre la guerra civile segnerà uno dei periodi più bui e più tragici per l'Italia, le cui città e paesi vedranno il passaggio del fronte, con stragi e distruzioni impensabili fino ad allora. Le guerre, che nel passato avevano coinvolto gli eserciti sui fronti, ora coinvolgono anche città e paesi, con le popolazioni inermi e indifese, colpite dai bombardamenti aerei e dal transito degli eserciti.
Anche il nostro territorio è al centro di questi scenari; anzi, proprio nella zona di Borgo a Mozzano, i tedeschi decideranno di approntare una grande quantità di rifugi e di difese, per sbarrare il passo agli alleati che risalgono la penisola. Da questo tratto di territorio passava, infatti, la cosi detta "linea gotica", che andava dall'Adriatico al Tirreno, di cui conserviamo, intatte, molte tracce significative. I lavori per l'approntamento delle difese contraeree e anticarro, eseguite dalla Todt, andarono avanti dall'ottobre del 1943 fino all'agosto del 1944, impegnando migliaia di lavoratori, di cui molti rastrellati, tenuti prigionieri nel campo di lavoro della Socciglia. La provincia di Lucca ed il nostro territorio comunale dovevano diventare, secondo le previsioni degli strateghi militari tedeschi, il luogo della "grande battaglia", dove il fronte si sarebbe dovuto fermare per lungo tempo. Una disposizione della Prefettura di Lucca, del maggio 1944, prevedeva un piano di sfollamento totale delle popolazioni verso la pianura padana e la zona di Sassuolo in particolare. Tale scenario devastante riguardava anche Borgo a Mozzano; ed il piano predisposto indicava, addirittura, i "capi colonna popolazione" e "i capi colonna bestiame". Responsabili di questa operazione, per tutto il territorio comunale, furono indicati Aldo D'Olivo (per la popolazione) e Danilo Marchesini (per il bestiame). Il piano riportava, poi, i nominativi dei due capi colonna per ogni frazione: Giuseppe Bacci e Silvio Paladini per il Capoluogo, Settimo Barsanti e Giuseppe Pardini per Cerreto, Achille Silvestri e Narciso Bernardi per Oneta, Paride Giudici e Alessandro Tei per Cune, Francesco Lucchesi e Giuseppe Papera per Corsagna e così via per ogni paese.
Nel settembre 1944, fortunatamente, i tedeschi valutarono indifendibile la zona di Borgo a Mozzano e si ritirarono oltre Gallicano, dove il fronte rimarrà sostanzialmente fermo fino alla fine dell'aprile 1945, quando finalmente terminò la guerra in Italia. Il 27 settembre 1944 le truppe alleate giunsero a Borgo a Mozzano e nelle varie frazioni. Il pericolo di morte e distruzioni era scampato. Il 26 settembre, nell'imminenza dell'abbandono del nostro territorio, i tedeschi nonn rinunciarono a distruggere, con cariche di dinamite, il ponte Umberto di Borgo a Mozzano, meglio conosciuto come "ponte pari", costruito in ferro nel 1901. Altri ponti sul Serchio furono distrutti come il nostro. Si salvò, fortunatamente il "ponte del diavolo". ma questa è un'altra storia su cui ho scritto qualche mia considerazione.
Le preghiere della grande processione del 30 maggio erano state ascoltate...
Gabriele Brunini
N.B. Clicca "Chi salvò il ponte del diavolo" su Google per leggere il mio testo sul salvataggio del nostro principale monumento.
www.gabrielebrunini.it