CRONACHE DI CERRETO DI SOPRA (BORGO A MOZZANO) - I LAVORI , GLI ARREDI, LE SPESE, DELLA PARROCCHIA DI S.GIOVANNI BATTISTA DAL 1908 al 1961.
In anni recenti all'antico patrono si è aggiunta, come Copatrona, Santa Gemma Galgani (1878-1903), la mistica lucchese, legata particolarmente all'ordine dei passionisti, scomparsa a soli 25 anni, che fu beatificata nel 1933 da papa Pio XI e canonizzata da papa Pio XII nel 1940. Gemma, durante la sua vita, era solita trascorrere dei periodi di vacanza nel ridente paese che sovrasta Borgo a Mozzano.
Il registro, come già detto, inizia dall'anno 1908, con la nomina a Pievano di Cerreto del sacerdote don Giulio Bertolucci, il quale, di suo pugno, scrive nella prima pagina:"5 aprile 1908 - Registro delle spese straordinarie fatte nella Chiesa di S. Giovanni Battista di Cerreto di Sopra, a cominciare dal 1908, anno della nomina del sottoscritto a Pievano. In questo libro sono registrati tutti gli oggetti sacri di un certo valore che vengono donati da pii benefattori alla nostra Chiesa."
1909 Tappeto al balaustro.
La domenica 14 marzo il Parroco avanzò l'idea di un tappeto per il balaustro, per maggiore ornamento della chiesa e diede l'incarico di raccogliere le offerte alle giovinette Olesia Brunini, Livia Poli, Motroni Emma , Argentina Bertolacci, Elide Brunini che, la domenica successiva portarono offerte per £. 25.35.
Le spese per il tappeto furono di £.32.35. Ma il deficit di 7.00 lire fu saldato con le offerte raccolte in chiesa la domenica 28 marzo.
Paleotto dell'Altar maggiore. Sempre nel marzo del 1909 il parroco decise di fare un paleotto all'Altar Maggiore e invitò a concorrere alle spese le Amministrazioni dell'opera, della Compagnia e del Buon Consiglio che coprirono la spesa di £.24,00.
1910 Nuove panche
Il 2 febbraio 1910 il parroco parlò dall'altare della necessità di fare le nuove panche nella chiesa. Il giorno stesso insieme al festaiolo Giuseppe Motroni il parroco passò da tutte le case per chiedere una sottoscrizione mensile. La sottoscrizione, come risulta dal registro, "fruttò abbastanza" e, così, a maggio fu acquistato il legno e il 25 dicembre, giorno di Natale, potè farsi l'inaugurazione delle nuove panche. Nel registro è riportato l'elenco di tutti coloro che parteciparono con la propria offerta, in totale 63 persone, per un incasso complessivo di £397.70. Le spese furono per il legno, acquistato dalla ditta Gaddi di Lucca (£108.55), per la realizzazione di 17 panche ad opera del falegname Maurizio Micheli di Oneta (£.187,00), e per il trasporto del legname (£.12.25). Ma sul registro sono annotate anche spese per il treno e il desinare (£.6.50) del parroco e di Clemente Barsanti che erano andati a vedere il legno e il modello di panca. Modello costato £18.70. In totale quindi le panche erano 18. Il totale delle spese è quindi di £.333.00, con un avanzo di £.64,70 impiegato per restauri delle serrature della chiesa.
Nel novembre fu rinnovata l'impalacatura per montare la scalinata. In questo lavoro si impegnarono gratuitamente Pellegrino Lamberti e Giuseppe Motroni.
1911 Restauri alle serrature ed alle vecchie panche rimaste
Sul registro sono annotate spese per £.53.70 per quanto riportato nel titolo. Da notare che le persone incaricate dei restauri furono il falegname Maurizio Micheli di Oneta e il cerretino Pellegrino Lamberti (il pittore) che fu incaricato di tingere la bussola, la porta laterale e la porta maggiore.
Il 29 aprile 1911 fu inaugurato il nuovo tappeto per l'Altar Maggiore con una spesa di £65.00, cucito con precisione dalle buone e brave giovani Poli Livia e Motroni Emma. "I paesani restarono ammirati".
Il 24 aprile 1911 fu inaugurato il nuovo crocifisso per le processioni fatto dall'artista intagliatore Eugenio Bianchi di Lucca.
Il Sig. Valenti Marco offrì 100 lire per onorare un voto e una grazia ricevuta. 110 lire furono raccolte con il sistema della sottoscrizione di azioni da 10.00 lire ciascuna, da rimborsare senza interessi. E così il crocifisso sfilò per la prima volta per andare all'oratorio della Madonna dei Ferri.
Nel marzo 1911 furono fatti restauri alla facciata della chiesa, eseguiti dal muratore Giuseppe Motroni e dall'imbianchino Pellegrino Lamberti per una spesa di £.58.90.
1912 travatura nuova alle campane e restauri al campanile
Per questi lavori le querce furono offerte da Barsanti Anacleto, Bertolacci Lorenzo, Lotti Pietro, Barsanti Carlo e Massei Maria. Il lavoro fu eseguito dal muratore Bertini e dal falegname Giacinto Paoli di San Rocco. Spesa viva di £.168.05.
1912 fattura di 12 nuovi candelieri
Il parroco informa che nell'agosto furono fatti 12 candelieri "mezzani"; 6 di cm. 54 e 6 di cm. 64.Furono fatti dall'intagliatore Angelo Martinelli di Lucca. La spesa totale 80 lire.
1913 aumento di corredo biancheria della chiesa
Il parroco apprezza l'aumento della biancheria della chiesa: tovaglie, trine, canapei, la tenda alla Madonna del Rosario e quant'altro necessario.
1913 la statua della Vergine Addolorata
Il Parroco scrive che la famiglia Scatena, negoziante in Lucca di mobili e letti, che da due anni veniva in villeggiatura a Cerreto, ha voluto donare al paese una statua di Maria Santissima Addolorata che, con entusiasmo, fu accettata. "La statua - scrive don Bertolucci - è assai bella nel volto, il resto è vestita di stoffa. E' stata collocata sull'altare dei SS.Ippolito e Cassiano in un'urna eseguita a questo scopo, che importò una spesa rilevantissima, compresa nella decorazione della chiesa".
Statua di S.Luigi Gonzaga
Il sig. Gaetano Sartini aveva più volte manifestato l'intenzione di fare la statua di S. Luigi in sostituzione di quella antica, brutta e quasi indecente. Andando in America si rivolse al fratello ed altri parenti e tornò portando 131.00 lire. Il parroco trattò la cosa con diverse ditte lavoranti in carta pesta e, fibnalmente, il sig. Malecore Giuseppe di Lecce accettò di eseguire il lavoro per 140 lire. La statua è alta cm. 140. "E' riuscito - scrive il parroco - un S. Luigi simpatico, sebbene non abbia grande valore artistico". Il parroco concorse alle spese di spedizione e di posta.
1913 Decorazioni della chiesa parrocchiale
In quest'anno il parroco da il via al "principale e migliore lavoro che sia stato eseguito nella chiesa", la decorazione della medesima che è affidata ad un importante pittore decoratore fiorentino Eligio Di Volo che esegue il lavoro per un importo di £750.00, come da ricevuta datata "Cerreto 31 ottobre 1913" custodita all'interno del registro. Il lavoro viene pagato con una sottoscrizione a cui partecipano una settantina di benefattori, tra cui 13 residenti negli Stati Uniti e 3 a Marsiglia. Nel registro i nomi e le somme donate sono dettagliati.
1914 luce elettrica in chiesa
Finalmente il 13 febbraio 1914 arriva la luce elettrica in chiesa. L'impianto viene fatto dalla Società Imprese Elettriche Val di Lima. La spesa fu di £.90.05.
Nell'anno si ripuliscono anche gli altari.
1916 nuove tovaglie per la chiesa
Il 5 giugno 1916 "alcune buone donne" si accordarono per raccogliere denaro, con raccolte settimanali e fare nuove tovaglie per la chiesa. Il risultato, come scrive il Pievano sul registro, fu davvero eccezionale.
Nel registro sono riportate con precisione tutte le offerte e i nomi di coloro che hanno contribuito.
La raccolta di offerte prosegue anche negli anni 1917, 1918 e 1919.
Oltre a tovaglie fu fatta una pianeta verde e una pianeta nera, che furono cucite, gratuitamente, da suor Camilla Del Carlo, direttrice dell'Istituto S.Dorotea di Borgo a Mozzano. Fu fatto anche un tappeto al balaustro e alla dispensa, con disegno di un ornato di stile del quattrocento, intrecciato di spighe di grano, grappoli d'uva e rose. Fu fatto anche il velo per l'ostensorio, per le quarantore del 1918.
1919 dono di un paramento in terzo di colore bianco
A luglio del 1917 moriva a Monte S. Quirico di Lucca uno zio del Pievano Bertolucci, don Raffaele Ceccarini, già curato parroco dei RR. Ospedali di Lucca. Durante la sua infermità aveva passato diversi periodi dal nipote a Cerreto e così, per riconoscenza a quella comunità, donò un bel parato in terzo (piviale e tunicelle) di seta di Lione a fiorono su fondo bianco, adornato di gallone di oro fine, in ottimo stato. Cosa che a Cerreto mancava. Dal registro si apprende (all'anno 1919, 5 ottobre) che si provvide alla fattura di una pianeta, che mancava nel paramento regalato da Don Ceccarini, cucita dalle suore dorotee di Borgo a Mozzano, come sempre gratuitamente. I materiali per la pianeta costarono £.574.05.
Per completare il parato fu fatto anche un ombrellino per il SS. Sacramento e un canapeo per il tabernacolo. Dell'ombrellino è conservata nel registro la fattura della dittta Italo Dé Santi - Stoffe e guarnizioni per chiesa e tappezzeria, dorure e seta per ricamo, con sede a Lucca. La spesa sostenuta è di £:566.80. Le spese vengono pagate con le raccolte settimanali delle "buone ragazze del paese".
I soldi anticipati da don Giulio Bertolucci
I tanti lavori eseguiti in parrocchia vedono la partecipazione diretta del Pievano che, a scanso di equivoci,
annota sul registro che, al 1 gennaio 1920, ha anticipato £.792.25 alla parrocchia.
Cambio del Pievano: don Giuseppe Tolomei subentra a Don Giulio Bertolucci, deceduto.
Il registro da cui prendiamo notizie è un "registro di cassa" e, quindi, non ci parla del cambio del Pievano; che verichiamo però dalle firme in calce alle spese. Della morte di don Bertolucci se ne ha prova da un commento (del 1922) a proposito della rifusione di una campanella. Il nuovo Pievano, don Giuseppe Tolomei scrive: "Vivente ancora il mio predecessore....".
La morte del Pievano di Cerreto Giulio Bertolucci, seguace di Don Luigi Sturzo
Notizie sulla morte del Pievano don Giulio Bertolucci le prendiamo dal numero di agosto del 1922 del bollettino della Parrocchia di S. Rocco di Borgo a Mozzano intitolato "SPRAZZI DI LUCE" (di cui potete trovare un ampio resoconto su questo mio sito www.gabrielebrunini.it).
Un lungo articolo, certamente scritto dal Rettore sanrocchino don Agostino Farnocchia, parla della morte del Pievano di Cerreto don Giulio Bertolucci, avvenuta per una emmoragia celebrale iniziata il giorno del Corpus Domini, il 15 giugno 1922, quando il Pievano aveva solo 38 anni. Dice il bollettino che "l'arte salutare, esercitata con intelligenza dagli egregi dottori Salvi, padre e figlio (Leonardo e Baldo) e dal dottor Pfanner di Lucca non valsero a frenare l'emmoragia".
La morte sopraggiunse il 20 giugno 1922. Grande partecipazione ai funerali di questo prete che era anche il segretario politico del Partito Popolare Italiano di Borgo a Mozzano, seguendo evidentemente gli insegnamenti del fondatore del Partito don Luigi Sturzo. C'erano 17 sacerdoti, tutto il paese, le congregazioni, la filarmonica paesana, le suore Dorotee di Borgo a Mozzano con le alunne interne ed esterne dell'istituto, di cui don Bertolucci era direttore spirituale, il circolo giovanile "A. Manzoni", il segretario provinciale del P.P.I. ing. Mazzotti, ecc. Durante le esequie parlarono il Rettore di San Rocco don Farnocchia (direttore del bollettino Sprazzi di Luce) e il Guardiano del convento di S. Francesco Padre Leonardo Malfatti ofm. Al cimitero parlarono lo studente Mansueto Lombardi Lotti di Gioviano e il segretario del P.P.I. Mazzotti.
1922 rifusione della campanella per suonare a messa
Come abbiamo visto il problema di una campanella da rifondere esisteva già ai tempi del Pievano Bertolucci. Il nuovo Pievano affrontò la situazione e, nel 1922, al 14 settembre, la campanella fu portata alla Fonderia Luigi Magni di S. Concordio in Contrada a Lucca, per rifonderla. Il lavoro fu fatto e la campanella suonò nuovamente la messa per la festa dei Santi dello stesso anno.
La campanella fu aumentata di peso con kg.13 di bronzo, che costava, allora, £.12 il kg.
Anche di questo lavoro è conservata nel registro la ricevuta della spesa di £.299.35.
La somma spesa fu raccolta in paese.
1923 riparazione della chiesa per i danni prodotti dal terremoto del 6 e 7 settembre 1920
Scrive il Pievano Tolomei che "avvenuto il terremoto che distrusse gran parte della Garfagnana, il governo si interessò subito della gravissima sciagura. A marzo (1921) una circolare copncedeva alle chiese parrocchiali di questa zona il 75% sull'intera spesa". Don Tolomei dice che il suo predecessore fu sollecito nell'informare direttamente il governo dei danni subiti dalla chiesa di Cerreto con una perizia fatta dall'ing. Aldo D'Olivo del Borgo, ma questa non era la vera strada burocratica e così si dovette fare ricerca della perizia alla Prefettura ed al genio Civile. Il giorno 28 gennaio 1923 furono riuniti i capi di famiglia e fu costituita una commissione che provvedesse ai lavori di restauro. Detta commissione fu composta da:
Don Tolomei Pievano, Amidei Giuseppe, Amidei Sante, Barsanti Anacleto, Barsanti Clemente, Bertolacci Lorenzo, Lamberti Pellegrino, Motroni Giuseppe, Pellegrini Camillo, Sartini Frediano, Tomei..., Valenti Marco. Due ditte che avevano dato disponibilità, quella di Mariani Umberto prima e quella di Mariani Adolfo poi, declinarono l'invito a fare i lavori, che furono affidati al paesano Motroni Giuseppe. I restauri furono ultimati pochi giorni prima del Natale 1923. "I lavori consistettero nel totale abbattimento della volta del coro e rifacimento con retino metallico su centine di legno, nel rinforzamento dell'arco sopra l'altare maggiore mediante una catena di ferro e stuccature e in altre stuccature in varie parti della chiesa. La decorazione, identica alla precedente, fu eseguita dal paesano Pellegrino Lamberti (Pelle)".
Purtroppo, scrive il Pievano, il Genio Civile fece la "sgradita sorpresa" di ridurre la perizia da £.5600 alla "miserevole cifra" di £.3000; ed il governo concesse il 50% anzichè il 75%. Il concorso dei paesani però permise di pagare tutte le spese per £.3396,50. Gli incassi furono di £.3670,10.
Nel registro parrocchiale è conservata anche una lettera, scritta dal "Corpo Reale del Genio Civile - Sezione Autonoma per il Terremoto in Garfagnana - Sede di Castelnuovo" e indirizzata al Pievano Don Giuseppe Tolomei, con cui l'ufficio chiede alla Parrocchia una integrazione di £.50 del versamento già eseguito di £.100, senza il quale non si può procedere a dar corso alla perizia dei danni subiti dalla chiesa parrocchiale. Il geometra che cura gli interessi della chiesa è il borghigiano Aldo D'Olivo.
Nel registro c'è poi una annotazione, sul bordo pagina, con cui il Pievano informa che con decreto n. 6930 del 20 settembre 1924 il Governo concesse altre 750 lire di contributo per i lavori della chiesa, che la parrocchia impiegò per restauri alla canonica.
1925 nuovo velo umerale
Alla data del 28 gennaio 1925 il Pievano informa che è stato realizzato dalle Suore Dorotee del Borgo un nuovo "velo umerale", in sostituzione del vecchio "ormai indecente". Come sempre il paese risponde immediatamente e con generosità: vengono raccole 1143.25 lire e se ne spendono 1141.05. C'è perfino un avanzo di £.2,20.
Il velo umerale (dal latino humerus = spalla) serve per accogliere il SS. Sacramento in esposizione.
Il secchiello d'argento per l'acqua benedetta
Alla data del 13 aprile 1925 il Pievano annota che la chiesa si è arricchita di una secchiello d'argento, opera dell'argentiere Mario Favilla di Lucca, del costo di £.495. Alla spesa hanno concorso il Sig. Pietro Guidetti con 165 lire, i Sigg. Baldassari con 150 lire e i parrocchiani con 180.
Il cambio dollaro/lira
Il Sig. Guidetti inviò dall'America 10 dollari che, al cambio di £23 a dollaro, hanno fruttato 230 lire. Una parte delle quali impiegate per far dire delle S.Messe.
1925 inaugurata la piazza di Cerreto, dedicata alla viittoria della "grande guerra"
Il registro della parrocchia resoconta solo l'attività della stessa, con le entrate e le uscite sostenute per i tanti lavori eseguiti e i tanti acquisti fatti. Ma all'anno 1925 ci piace ricordare l'inaugurazione della piazza IV novembre, nel centro del paese, realizzata anche questa con un grande impegno dei paesani.
Riprendiamo la notizia dal Bollettino "Sprazzi di Luce", edito dalla Parrocchia di S.Rocco (Cerreto di Sotto), per iniziativa del Rettore don Agostino Farnocchia.
"Sprazzi di Luce" informa che il 27 aprile 1925 è stata inaugurata la piazza IV novembre nella vicina frazione di Cerreto, costruita dagli abitanti e arricchita da una bella ringhiera e di verdi piante.
Fu una grande bella festa con tutte le autorità del comune di Borgo a Mozzano. Parlarono Mons. Lovi, il Segretario del Fascio Francesco Lotti che, a nome del paese ne fece consegna al Comune, il Segretario comunale e il Regio Pretore.
1926 camice con trina a rinascimento
Il camice costa 572,70 lire. Per lo scopo se ne raccolgono 210,70, ed il resto viene recuperato con le offerte della cassetta delle elemosine. Per fare il camice si usano mt. 5,80 di tela, mt. 3 di seta rossa per trasparente. Alle Suore Dorotee vengono date 350 lire per la fattura della trina "compreso il cotone".
1928 la Pianeta d'oro (teletta - tessuto: tipo orientale
Il registro riporta la notizia dell'acquisto dei materiali per la realizzazione di una pianeta, necessaria per una maggiore durata dell'intero parato in quarto, di broccato bianco, e all'uso di tutti i colori di rito, eccettuato il violaceo. I materiali necessari vengono acquistati dalla ditta Giovanni Crespi di Milano - Piazza Beltrade 1, casa fondata nel 1810, come riporta la "ricevuta" che è conservata nel registro (datata 16-3-928 n. 4669). La spesa è di £.1407.50 (scontata a 1340), interamente coperta dalle offerte dei paesani. La pianeta fu rinnovata il 3° giorno delle quarant'ore del 1928. Il materiale della ditta Crespi viene inviato all'Istituto Suore Dorotee di Lucca che, evidentemente, realizzano il manufatto.
1929 Asperges d'argento
Il registro informa, alla data del 24 gennaio 1929, della realizzazione di un Asperges d'argento, fatto dall'argentiere Mario Favilla di Lucca, fatto con "gli avanzi della festa di S.Luigi". La spesa è stata di £.100. L'oggetto sarà rinnovato per la benedizione delle case e completa l'acquisto del "secchiello d'argento" fatto nel 1925.
La campanella più grossa
A fine pagina dove è riportata la spesa per la "pianeta d'oro" e l'acquisto dell'Asperges, c'è una annotazione firmata dal Pievano, sac. Giuseppe Tolomei, dove è scritto testualmente:
"La campanella più grossa fu fatta totalmente a spese del Sig. Lorenzo Bertolacci il 1928".
1929 restauri alla Sagrestia
Il registro riporta l'elenco dei lavori fatti alla sagrestia della chiesa di Cerreto:
rinnovo del trave maggiore del tetto donato da Giuseppe Motroni;
impiantito di mattonelle di cemento con massicciata o vespaio per togliere l'umiditàe ingrandimento del banco, fornito di nuova pedana. Il legname per l'ingrandimento è stato fornito da Ermete bertoni.
Alla spesa concorrono quasi tutti i parrocchiani e anche non parrocchiani con generose elargizioni.
Tra questi: Lorenzo Bertolacci 500 lire, Ferrari dottor Giovanni 300, il Pievano 100, Sante Tomei 100, Donatini Domenico 100, Frullani Tranquillo 125, ecc. Il tutto per un incasso totale di £.3112,00 e una spesa di 3088 lire. Nei lavori è ricompresa anche la doratura di un antico ciborio in oro zecchino, fatto dal Doratore Alessandro Martinelli di Lucca - Via della Fratta, 5 - per una spesa di £525,00.
L'annotazione sul registro è del 29 settembre 1929.
1932 stola bianca ricamata in seta e oro
Viene fatta ricamare una nuova stola dalle Suore (Dorotee di Borgo a Mozzano) che come sempre eseguono il lavoro gratuitamente. La spesa per i materiali è di £.407,30.
La stola venne usata per la prima volta per la Pasqua del 1932.
1933 nuove lumiere in ferro battuto
Alla data del 1 agosto 1933 il registro riporta la realizzazione delle due lumiere in ferro battuto poste ai lati dell'altare maggiore, che vengono inaugurate l'8 dicembre 1932, festa dell'Immacolata Concezione. Le lumiere sono state realizzate dal fabbro Alfredo Brunini di Cerreto di Sotto, che ne ha donata una in nome della nipote Adele Pellegrini di Raffaello. L'altra lumiera è stata donata da Francesco Lotti fu Pietro. Ciascuna lumiera ha 12 lampadine elettriche.
1934 due sgabelli di buon noce
Il pievano informa che sono stati fatti due sgabelli di buon noce da servire per la Messa cantata in terzo.
Il lavoro di intaglio è opera di Costantino Carli di Piano di Coreglia. Costo £300,00. Saranno inaugurati per la festa della Madonna del Buon Consiglio 1934.
La nuova scala del campanile
Un lavoro importante, tra i tanti fatti in quegli anni dalla Parrocchia di Cerreto, è anche la scala in pietra scalpellinata per accedere all'organo e al campanile, in sostituzione della preesistente in legno.
I lavori iniziarono nel novembre 1932 e terminarono il 21 dicembre dello stesso anno.Su tutta la scala corre una ringhiera in ferro e sotto il terrazzino c'è un ossario.
Gli scalini realizzati dallo scalpellino Leone Chieroni sono 54. Partecipa anche lo scalpellino Carlo Bonardi del Borgo. La muratura è opera dell'impresa di Umberto Mariani di Borgo a Mozzano e la ringhiera è del fabbro Alfredo Brunini di Cerreto di Sotto. La spesa è di 2647 lire. Nella spesa è ricompresa anche una damigiana di vino consumata dagli operai che parteciparono con 20 opere di natura.
La visita pastorale del 1935
Anche in questa occasione non mancano gli interventi di manutenzione e restauro della chiesa.
I gradini dei quattro altari laterali vengono marmorizzati e viene rifatto lo zoccolo a tutta la chiesa. Viene tolta la muffa che si era formata nella volta e viene ridipinta la statua di S.Rocco. Viene ripulita la facciata della chiesa e viene comprata la stoffa del piviale nero. Spese £.302,70.
La visita pastorale viene fatta dal Sacerdote don Alberto Santucci Vicario Foraneo di Borgo a Mozzano (è il Proposto di S.Iacopo).
1935 nuova erezione della Via Crucis con l'intevento del pittore "Pelle"
Il 15 marzo 1935, terzo venerdì sacrato, viene di nuovo eretta nella chiesa di Cerreto la Via Crucis, sostituendo i quadri e le croci esistenti con quelli più antichi che da tanti anni erano stati rimossi perchè mancavano i quadri di quattro stazioni, che erano andati perduti. I quadri mancanti dell'ottava, nona, decima e undicesima stazione furono rifatti dal pittore cerretino Pellegrino Lamberti, sullo stile di quelli esistenti. La spesa sostenuta per pagare il pittore £.200.
Nel registro sono conservate la richiesta e l'autozizzazione all'erezione della Via Crucis rilasciata dal Presidente del Convento dei Frati Francescani di Borgo a Mozzano Fr. Raffaello Paoli. Domanda e autorizzazione sono scritte in latino.
1937 la nuova chiesina di San Rocchino
Anche nell'anno 1937 la Parrocchia di Cerreto si dedica ad una grossa realizzazione. Scrive il Parroco nel registro: "Dove sorgeva l'antica chiesina di S.Rocchino , della quale non rimanevano che i muri, fu riedificata la nuova, per iniziativa del parrocchiano Sig. Camillo Pellegrini, secondato ben presto e volentieri da altri e poi da tutti".
Una commissione si occupò di mettere insieme i fondi necessari scrivendo a compaesani ed anche all'estero e a tutti gli amici. La commissione era composta da: Camillo Pellegrini, Pellegrino Lamberti, Gervasio Giusti, Raffaello Pellegrini e Giovanni Gurioli. Scive ancora il Parroco che "Tutti corrisposero".
Tra le offerte più signifative quella di Elisa Sartini e suo fratello Ernesto Sartini con lire 1000,00.
L'inaugurazione avvenne il 7 agosto con la benedizione del Pievano. Fu dedicata, come la prima, al SS.Crocifisso e, la sera, vi fu portata processionalmente la statua di S.Rocco. Partecipò il corpo musicale di Borgo a Mozzano. Le entrate e le uscite sono conservate, scrive il Pievano, in un quaderno dell'archivio.
I cipressi del cimitero
Una lettera del Comune di Borgo a Mozzano, conservata all'interno del registro, datata 7 ottobre 1937 (anno XV dell'era fascista), a firma del Podestà, autorizza la Parrocchia ad abbattere i cipressi che recano danno al muro del cimitero, usando il relativo legname per i mobili della chiesa. La parrocchia dovrà provvedere a ripiantare altrettanti cipressi.
1938 restauro della statua in legno della Vergine col Bambino (Madonna del Sacratissimo Rosario)
Scrive il Pievano Don Giuseppe Tolomei nel registro: "Da nessuno si sospettava che sotto le incrostazioni di gesso onde era ricoperta la statua in legno della Vergine col Bambino, venerata da secoli sotto il titolo del Sacratissimo Rosario, si nascondesse un vero capolavoro d'arte sacra".
Nella visita pastorale del 1934 l'Arcivescovo Antonio Torrini raccomandò al Pievano di togliere la Madonna che era veramente malmessa e di sostituirla, eventualmente, con una bella tela.
Il Pievano dette incarico a Pellegrino Lamberti di ripulire la statua e, quando questi iniziò la ripulitura della stessa ci si accorse che, sotto le incrostazioni di gesso c'era una pregevole opera in legno. Fu eseguita una fotografia inviata alla Soprintendenza che dispose l'invio del Prof. Ugo Procacci per prenderne visione.
Conosciutone il pregio la statua fu restaurata il 22 luglio 1935 a Firenze e restaurata a spese della Soprintendenza. Ritornò nell'anno santo del 1938 in Parrocchia nello stato in cui si vede oggi.
Fu annoverata fra i capolavori del sec. XV, senza però determinare a quale scuola appartenga.
I nuovi banchi del coro e i nuovi confessionali
Il pievano scrive che il coro della chiesa parrocchiale, già da molti anni, aveva bisogno di radicali restauri che riguardassero l'impiantito e i banchi. Grazie al permesso, ottenuto dal Comune per il tramite del Podestà Giuseppe Bacci, di tagliare i cipressi del cimitero (vedi un precedente capitolo) si ottenne il legname e grande fu l'impegno dei parrocchiani nei lavori. I cipressi furono atterrati e lavorati iniziando dalle domeniche di carnevale del 1938. L'ultima domenica di aprile 1939 si cominciarono i lavori per il nuovo impiantito che si protrassero fino al 17 giugno. Eccettuato il mettere a posto le mattonelle, lavoro fatto dalla ditta Mariani Mario di Borgo a Mozzano, tutto fu fatto dai parrocchiani gratuitamente. I nuovi banchi del coro furono affidati al falegname Micheli Maurizio e figli di Oneta, i quali - come scrive il Pievano - hanno ben corrisposto all'aspettativa generale. I nuovi banchi furono inaugurati per la visita pastorale del 10 agosto 1939. Anche i nuovi confessionali sono opera dei falegnami Micheli di Oneta e furono inaugurati la domenica di passione, il 10 marzo 1940. Agli stessi falegnami furono commissionate anche le banche piccole vicino ai confessionali, quellle del presbiterio e quelle del coro. I micheli fecero anche il leggio. Tutto nell'anno 1940. Alla spesa, che fu di £.6676 si provvide con la vendita degli ex voti d'oro della Madonna del Buon Consiglio, con le offerte della chiesa e con un contributo della benemerita Cassa di Risparmio di Lucca. Il Pievano firma questo resoconto con la data del 30 dicembre 1940.
BREVI MEMORIE DI GUERRA scritte dal Pievano di Cerreto don Giuseppe Tolomei nel 1945
Assai interessante appare lo scritto del Pievano di Cerreto, inserito nel "Registro delle spese straordinarie fatte nella Chiesa di S.Giovanni Battista di Cerreto di Sopra" riguardante il periodo della seconda guerra mondiale e, soprattutto, il momento del passaggio del fronte sul nostro territorio. Fortunatamente non ci furono le conseguenze tragiche, che si sarebbero potute verificare, se la battaglia di contrasto all'arrivo degli alleati si fosse combattuta utilizzando le numerose fortificazioni che erano state allestite nel nostro territorio comunale (muro anticarro, gallerie per il ricovero di armi e militari, trincee, ecc.). La decisione presa dai tedeschi di spostare più a nord (in direzione Gallicano - Castelnuovo Garfagnana) la linea del fronte, salvò i nostri paesi dalle inevitabili distruzioni ed evitò anche il drammatico sfollamento delle popolazioni, già ipotizzato, verso il territorio di Modena.
Don Giuseppe Bertolucci fu amato Pievano di Cerreto dal 1922 fino alla morte, avvenuta il 2 dicembre 1948.
Il campo di concentramento di Socciglia
Scrive don Tolomei:
"La guerra 1940-1945 si è fatta sentire anche in questi luoghi. Ai primi di agosto 1944 fu aperto un campo di concentramento alla "Socciglia" in quel di Anchiano per gli uomini di Pisa e di altri luoghi rastrellati dai tedeschi. Siccome furono presi all'improviso e tanti fatti alzare dal letto di buon mattino, si ritrovarono mancanti quasi dei più necessari indumenti". E così che Don Tolomei raccomanda "ai parrocchiani le necessità di questi poveretti", recandosi "insieme ad altri, per due volte, a visitarli recando loro indumenti, generi alimentari e un pò di biancheria e stoviglie; ma soprattutto - aggiunge il Pievano - una parola di conforto e di speranza. La vista di tanto abbandono - scrive ancora Don Tolomei - stringeva il cuore e ricacciava in gola la buona parola di fronte alla durezza della autorità militare. Non mancarono dei conforti religiosipoichè il giorno festivo sul far della sera veniva celebrata per essi la S.Messa , durante la quale potevano accostarsi ai SS.Sacramenti. Ma avvicinandosi sempre più il fronte - continua lo scritto del Pievano don Tolomei - furono trasferiti altrove ed alcuni poterono anche darsi alla fuga con pericolo di esser nuovamente rastrellati dalle terribili SS tedesche".
L' ordine di sfollamento
Scrive ancora il Pievano: "Ai primi di settembre (1944)fu dato ordine dal comando teedesco al nostro paese di sfollare. Nemmeno il Parroco veniva eccettuato: ma essendosi formato un ospedaletto per i cronici e i vecchi che non potevano sopportare i disagi di un lungo viaggio, si doveva andare a Modena, poichè non c'erano mezzi di trasporto all'infuori delle proprie gambe, il Parroco potè rimanere come Direttore. Nè si allontanò mai dalla propria abitazione. I contadini potevano rimanere fino al 20 e poi fino al 30 del mese per la vendemmia".
L'arrivo degli alleati
Il racconto del Pievano don Tolomei prosegue: "Nelle prime ore della mattina del 15 settembre arrivarono le prime cannonate degli anglo-americani che guastarono alcune case (di Cerreto). Si susseguirono poi numerose di giorno e di notte, tanto che dalla Cune e da Corsagna si stava osservando da un momento all'altro la fine, ossia la distruzione, di questo piccolo paese. Il giorno 18 circa le ore 11 fu colpita anche la facciata della chiesa, con danni limitatissimi".
Il bombardamento di Morante e la morte di Barsanti e Gurioli
"Ma la giornata cruciale - scrive ancora il Pievano - fu il 21 di settembre nella quale si ebbero due morti nella località di "Morante" Ettore Barsanti di Virginio con moglie e un figlio e Ugo Gurioli di Giovanni pure ammogliato con tre figli, questo ultimo di S.Iacopo del Borgo. Furono trasportati con gran pericolo a Cerreto ed ivi seppelliti senza esequie, chè non erano possibili. Alla sera di questo giorno, circa le ore 20, una cannonata di grosso calibro si abbatteva sulla casa di Pellegrino Lamberti che la distruggeva completamente e feriva non troppo gravemente una donna di Livorno, la quale il giorno dopo fu trasportata alla Cune. Tanti che avevano resistito fino al quel giorno si allontanarono (da Cerreto)".
Prosegue il racconto del Pievano: "Un senso di sgomento e di desolazione pesava sul paese quando nella notte dal 24 al 25 settembre, quasi per miracolo, i tedeschi si allontanarono per sempre ritirandosi verso Castelnuovo di Garfagnana.
Si deve ad una speciale protezione del cielo - conclude il Pievano don Giuseppe Tolomei - se il Borgo a Mozzano non fu raso al suolo. Di questa protezione ne renderemmo e ne rendiamo grazie al Signore.
Sul registro le "brevi memorie di guerra" portano anche la firma, per visione, dell'Arcivescovo Antonio Torrini, in visita pastorale il 15 agosto 1945.
La festa in onore di S.Gemma Galgani celebrata nei giorni 6-7-8 settembre 1947
La festa celebrata in questo anno - scrive il Pievano - rimarrà a lungo scolpita nella memoria dei parrocchiani e dei forestieri. Si volle solennissima per festeggiare la canonizzazione della Santa che, sebbene avvenuta nel 1940, non si potè realizzare per cause belliche.
Fu costituito un comitato composto dal Pievano Don Giuseppe Tolomei, Adolfo Amidei fu Giovanni, Anacleto prof. Barsanti, Giulio Barsanti, Giuseppe Barsanti fu Ismaele, Settimo Barsanti, Camillo Brunini, Giuseppe Pardini, Rinaldo Pasquini, Raffaello Pellegrini e Giuseppe Tonarelli.
Il comitato si mise all'opera per raccogliere offerte anche all'estero, da dove risposero: Augusto Lamberti, Moseè paolini e Tranquillo Frullani.
La festa fu preceduta da una settimana di predicazione di don Duilio Magnani Rettore di Cerreto di Sotto, che fu frequentatissima.Gli ultimi tre giorni fu celebrata la Messa di S.Gemma (triduo liturgico) per concessione speciale della Sacra Congregazione dei Riti. La domenica la Messa solenne fu celebrata da Mons. Ferdinando Simonetti, canonico della Cattedrale di Lucca, con il coro paesano diretto da Aldo D'olivo, con accompagnamento di violini. La partecipazione ai sacramenti, scrive il Pievano, fu numerosissima "anche da parte degli uomini". Alle 15,30 ci fu l'arrivo dell'Arcivescovo Torrini per amministrare al Cresima e partecipare alla processione, che vide la partecipazione della Banda di Corsagna. Il paese era illuminato in maniera meravigliosa, con archi che davano la visione di una galleria. Il campanile era illuminato e sovrastato da una grande croce. I forestieri accorsi, scrive il Pievano, che si trattennero fino a tarda sera, non rifinivano di esprimere la loro ammirazione per quello che aveva saputo fare il piccolo paese di Cerreto. A maggior gloria di Dio e di S.Gemma.
Cerreto 15 settembre 1947.
La morte del Pievano don Giuseppe Tolomei (2 dicembre 1948)
Il 2 dicembre 1948 il paese di Cerreto fu colpito dalla morte del suo amato e venerato pastore, il sac. Don Giuseppe Tolomei che, dal 1922, reggeva con saggezza veramente pastorale la parrocchia di Cerreto.
L'ingresso del nuovo Pievano, don Luigi Caselli, il 13 febbraio 1949
Dopo l'annuncio della morte di don Tolomei nel registro comincia a scrivere il nuovo Pievano, il sangennarese don Luigi Caselli.
"In seguito a concorso io sottoscritto fui nominato Parroco il 17 gennaio 1949 e feci il mio ingresso solenne in Parrocchia il 13 febbraio del medesimo anno". Poi descrive il suo ingresso in Parrocchia:
"Tempo freddo e piovigginoso che non potè far diminuire l'entusiasmo del popolo. Una macchina con Mons. Alberto Santucci Proposto di S.Iacopo e il Rettore di S.Rocco don Magnani Duilio e il Presidente del Comitato festeggiamenti prof. Anacleto Barsanti si recò ad incontrarmi a Bagni di Lucca. In Piazza di S.Rocco tutti i paesani erano in aspettativa. Al mio arrivo, dopo i primi saluti, sfilò il corteo verso il paese, all'ingresso del quale un bambino, Luciano Pieri di Giovanni, mi offerse un mazzo di fiori e mi porse il saluto a nome di tutto il popolo. In chiesa, dopo il "Veni Creator Spiritus" e la cerimonia di immissione in possesso Mons. Santucci tenne un appropriato discorso spiegando il significato della cerimonia e ricordando i doveri dei fedeli verso il Parroco".
Nel registro Don Caselli scrive della Messa cantata dalla Schola Cantorum paesana, dell'omelia di don Magnani, della grande partecipazione alla comunione, "fra cui parecchi uomini", del bacio a fine Messa e della successiva visita al cimitero, per rendere omaggio alla tomba del predecessore don Giuseppe Tolomei. Il pranzo, a cui parteciparono quasi tutti i capi famiglia del paese, fu servito in casa di Gino Gigli. Prima del vespro la Gioventù Femminile di Azione Cattolica "fece in onore del novello Pastore una piccola ma riuscita accademia". Al vespro don Caselli parlò, per la prima volta, al suo popolo.Al ternine del vespro il nuovo Pievano si recò a visitare gli infermi.
La conclusione del resoconto è questa: "Così terminò questo giorno che dopo quello della ordinazione e della messa novella è stato per me uno dei più belli e indimenticabili".
Venuta a Cerreto della Madonna Pellegrina. 23 aprile 1949
Il Pievano scrive sul registro della grande festa che c'è stata a Cerreto per l'arrivo della Madonna Pellegrina, giunta in paese la sera del 22 aprile, proveniente dalla vicina Parrocchia di S.Rocco. I confratelli della compagnia e tutto il popolo si erano recati in piazza di S.Rocco per incontrare "la mamma che stava per venire a visitare i suoi figli di Cerreto". Il Rettore di S.Rocco la salutava e Don Caselli la salutava, per poi salire in processione a Cerreto, come sempre, dalla "via vecchia", che parte dalla "volta del Niccolai". Prestava servizio la filarmonica di Corsagna.Giunti in chiesa il Rettore di Fornoli don Francesco Giampaoli, che aveva tenuto il triduo di preparazione, fece un discorso ai presenti ed iniziò il S.Rosario con i misteri commentati da don Duilio Magnani. Alle ore 0.30 del 23 aprile cominciò la S.Messa solenne cantata dalla corale paesana. Celebrava la Messa il Pievano di Casabasciana don Dino Santini.
Tutti i paesani si accostarono ai sacramenti e poi rimasero a turno in chiesa, per non lasciare sola la Madonna. La sera del 23, dopo i vespri, la Madonna fu portata alla PieveVecchia, dove c'era ad attenderla il popolo della Rocca, che aveva preparato tutto il paese illuminato. Tutto quanto era stato fatto a Cerreto era opera di un comitato composto da Barsanti Giuseppe fu Ismaele presidente, Motroni Giuseppe cassiere, prof. Barsanti Anacleto segretario, Barsanti Michele, Pasquini Rinaldo e Donatini Domenico membri.
11 marzo 1951 si inaugura la nuova contoporta alla chiesa
l'11 marzo del 1951 si inaugurò la nuova controporta all'ingresso della chiesa, in sostituzione di quella rovinata. Il lavoro fu eseguito dai falegnami Micheli del Borgo, che avevano presentato due progetti: uno con porta centrale e uno che aveva anche due porte laterali. Ci furono diverse riunioni e si discusse tanto sui due progetti. Finalmente fu scelto quello con le due porte laterali, per una spesa di 70 o 80mila lire.
Tutte le famiglie concorsero con generose offerte, compreso il Pievano che versò 3000 lire. L'offerta più alta fu quella di Tonarelli Giuseppe di £5.000. Dal registro risultano partecipanti alla sottoscrizione 75 persone, di Cerreto ma anche di fuori paese.
Le feste venticinquennali del SS.Crocifisso in Borgo a Mozzano dell'anno 1951.
Il Pievano don Caselli riporta la notizia che per le feste venticinquennali del 1951 la Compagnia di Cerreto non partecipò alla grande processione di chiusura dei festeggiamenti, con tutte le compagnie del vicariato, perchè dopo l'arrivo dell'invito, quando i cerretini scendevano in Borgo si sentivano dire "questa volta la vostra compagnia non avrà il posto d'onore in processione; questa volta andrà in fondo la compagnia più vecchia". Fu così che i cerretini per non farsi prendere in giro dai borghigiani decisero in riunione, con votazione segreta, di non partecipare. Il Pievano non volle prendere le parti della Compagnia e nemmeno entrare in merito ma scrisse che, con un pò di prudenza, si poteva evitare l'accaduto. Il Pievano conclude lo scritto con queste parole: "tutto fa supporre che nel comitato dei festeggiamenti ci fosse qualcuno che aveva piacere di fomentare quel funesto campanilismo che tanto male fà a queste tre parrocchie".
Le tre parrocchie sono appunto quella di Cerreto e le due del Borgo (S.Iacopo e S.Rocco).
Morte e testamento di Sartini Camilla del fu Santino Sartini
Il 23 maggio 1952 morì dopo aver sopportato con cristiana rassegnazione una lunga malattia Camilla Sartini di Santino che, circa un anno prima, aveva consegnato al Pievano una busta chiusa con il suo testamento, da aprirsi alla sua morte. Il Pievano aprì la busta prima del trasporto al cimitero, alla presenza di diversi capi famiglia. Camilla lasciava erede universale dei suoi averi la Chiesa Parrocchiale di Cerreto di Sopra ed esecutore testamentario il parroco pro tempore. Il testamento lasciò in paese buona impressione. Alla fine rimasero nette £58.000 alla chiesa. Il testamento, scrive il Pievano nel registro, si trova in una cartella dell'Archivio parrocchiale.
Statua e altare di S.Gemma Galgani
Scrive il Pievano don Luigi Caselli: "Da tempo desideravo sistemare l'altare a destra di chi entra in chiesa ponendovi la statua di S.Gemma, compatrona del nostro paese". L'occasione arriva nel 1953, quando rientra dall'America Vincenzo Poli con l'idea di fae un regalo alla chiesa dove era stato battezzato e dove da chierichetto aveva servito la messa. Caselli gli parla del suo progetto e Vincenzo Poli, insieme alla nipote Carmelina, residente a Santa Rosa in California, si impegnano a pagare le spese per la statua della Santa. Il paese pagherà le spese per la sistemazione dell'altare. La statua venne commissionata al prof. Lando Landi scultore lucchese. Quando la statua fu pronta fu portata nella chiesa di S.Rocco al Borgo, da dove, dopo la benedizione, fu portata processionalmente a Cerreto la sera delal festa di S.Giuseppe del 1954. La domenica 21 marzo 1954 ci fu una festa solenne, "molti si accostarono ai sacramenti e tutti non si stancavano mai di ammirare la bellissima statua".
Costruzione in marmo del fonte battesimale, anno 1954
In occasione del rifacimento dell'altare dedicato a S.Gemma Galgani, il Pievano don Luigi Caselli decide anche di costruire, in marmo, gli scalini e il pavimento intorno al fonte battesimale, perchè il vecchio pavimento e i gradini erano costruiti in quadroni di terracotta, tutti corrosi e sconnessi.
L'incarico fu dato al marmista Dini di Ghivizzano. La spesa fu di £27.000 compresa la calce e il cemento.
La manodopera fu messa gratis dai paesani muratori.
Dono di due canapei bianchi
In data 10 ottobre 1955 il Pievano riporta sul registro la donazione di due "canapei" per il ciborio del SS.Sacramento. La stoffa viene comprata e ricamata da Utilia Barsanti e Iris Salino.
Nuove tende alle porte laterali di chiesa e nuovi cuscini
In data 9 giugno 1956 il Pievano annota la realizzazione di nuove tende alle porte laterali di chiesa realizzate per iniziativa della signora Salino Iris con il contributo del Prof. Anacleto Barsanti e Signora ed altri benefattori. Tutto fu cucito gratis dal sarto Giorgio Bertolacci, aiutato dalla sorella Alfreda Bertolacci.
Il Pievano scrive "Il Signore ricompensi questi buoni benefattori".
La tovaglia donata all'altare del Sacro Cuore
Il 1 luglio 1956 fu posta sull'altare del Sacro Cuore una bellissima tovaglia ricamata dalla signora Iris Salino.
Il nuovo parato bianco in quarto
Per la festa del Corpus Domini del 1958 fu inaugurato il nuovo parato bianco in quarto fornito dalla Cooperativa del Clero di Lucca, con un costo di £137.000.
Parato verde in quarto
Mancava un parato in quarto di colore verde per la festa solenne di settembre per Santa Gemma e, così, per dire la messa in terza la parrocchia doveva ricorrere a prendere in prestito il parato a S.Iacopo.
Il Pievano fece presente l'inconveniente alla signora Utilia Cecconi, vedova di Ettore Barsanti, la quale da sola volle contribuire alla spesa per l'acquisto del parato. In occasione della festa di S.Gemma del 1959 venne inaugurato, fra l'ammirazione di tutti.
"S.Gemma - scrive il Pievano - ottenga da Dio le più elette grazie a questa benefattrice".
La donazione di un banco per le pianete e i piviali
Scrive il Pievano: "Il 15 settembre 1960 Giorgio Bertolacci di Ettore, che sempre si è interessato con amore e competenza della biancheria e dei parati di chiesa, vedendo la necessità, donò un banco dove riporre le pianete e i piviali della nostra chiesa".
Consacrazione della Chiesa Pievanale di Cerreto di Sopra - 2 settembre 1961
In questo giorno S.E. Mons. Antonio Torrini Arcivescovo di Lucca, Assistente al Soglio Pontificio, con rito solenne del Pontificale Romano, consacrò la chiesa di Cerreto di Sopra e l'altare maggiore dedicandola a S.Giovanni Battista. nel sepolcrino dell'altare è stata deposta un a piccola teca di ottone argentato contenente le reliquie dei Santi Giovanni Battista, Paolino vescovo e martire e gemma Galgani vergine lucchese e compaesana di Cerreto, nonchè tre grani di incenso e una piccola pergamena con l'atto della consacrazione firmata dall'Arcivescovo Torrini. Detta teca chiusa e legata a forma di croce con fettuccia di seta rossa fu sigillata il giorno 1 settembre.
Alla Messa del giorno 2 settembre si cantò la Messa degli Angeli da parte del coro paesano, accompagnato all'organo da don Raffaello Orsetti Rettore di Cerreto di Sotto.
Il ballo nelle case: occasione di scandalo...
All'interno del registro è conservata una busta che reca la scritta: Documenti importanti.
La busta contiene alcuni foglietti (6), che sono davvero un curioso specchio dei tempi. Varie persone, evidentemente su richiesta del Pievano, hanno scritto e sottoscritto queste frasi:
-25.3.47 Io sottoscritto P.G. dichiaro che nella mia casa non ci sarà più feste danzanti P.G.
-Cerreto li 23.3.53 Dichiarazione - Io sottoscritto P.G. dichiaro che durante il tempo del carnevale in questa casa della località C. non si terrà più feste da ballo mi firmo P.G.
-Cerreto 3 aprile 1960 Prometto che in casa mia non organizzerò feste da ballo. P.G.
-Chiedo al Parroco la benedizione della mia casa, impegnandomi, fin da questo momento a non organizzare più veglie da ballo in casa mia. M.Z. 4.4.60
-Il sottoscritto M.B. prometto di non fare più ballare in casa mia M.B. Cerreto 31 agosto 1960
-Io sottoscritto S.F. assicuro che nella mia casa non faremo più festa da ballo.
Con la data del 2 settembre 1961 e l'evento importante della consacrazionen della chiesa parrocchiale e dell'altare maggiore si concludono gli scritti dei Pievani che si sono succeduti nel periodo che va dal 1908 al 1961: don Giulio Bertolucci, don Giuseppe Tolomei e don Luigi Caselli.
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Parrocchia di S. Giovanni Battista di Cerreto (Borgo a Mozzano): le risposte del Parroco Don Luigi Caselli al questionario sulla visita pastorale del 1962.
Il registro parrocchiale, a cui ho attinto tante notizie, iniziato dal Pievano don Giulio Bertolucci, proseguito poi dal Pievano don Giuseppe Tolomei e poi da Don Luigi Caselli (arrivato in parrocchia nel 1949), ci racconta la vita della parrocchia di Cerreto dal 1908 al 1961, con particolare riguardo alle entrate ed alle spese sostenute per lavori e per arricchire la chiesa di cose necessarie e belle. Poi nel 1961 il resoconto si interrompe, nonostante le tante pagine bianche del registro.
Ma un documento importante, redatto dal Pievano nel 1962, ci permette di avere notizie importanti ed interessanti sulla Parrocchia di Cerreto, alla data della visita pastorale del 20 maggio 1962. Don Caselli risponde, con dovizia di particolari, ad un questionario, le cui domande però non compaiono sui fogli protocollo, scritti a mano, da Don Caselli, dai quali si apprende che:
La Pieve di Cerreto di Sopra ha due chiese parrocchiali, il titolo delle quali è S.Giovanni Battista. La chiesa della Pieve vecchia ha delle case all’intorno ed è voltata verso ponente, l’altra, presso la quale risiede il parroco, è anch’essa in mezzo all’abitato ed volta verso mezzogiorno. Entrambe – scrive il Pievano – appartengono all’Ente Parrochia. Quella antica da alcuni si dice essere una delle 28 pievi erette da S.Frediano, da altri si fa risalire al sec. XI. La nuova chiesa – scrive ancora don Luigi Caselli – esisteva già come oratorio dedicato ai SS. Ippolito e Cassiano. Non si sa quando fu edificata , ma quando fu ampliata nel 1859 e 1860. Ambedue sono sufficienti per la popolazione. Questa risposta porta il numero d’ordine 1.
Al punto 2 il Pievano ci fa sapere che le condizioni statiche di entrambe le chiese sono buone. L’antica ha bisogno all’interno di “scialbo in qualche punto e di una generale imbiancatura”, che spetta alla Congregazione del Purgatorio.
Punto 3: alle due chiese è unita soltanto la sacrestia e il campanile.
Punto 4: la vecchia chiesa non risulta sia stata consacrata. La nuova è stata consacrata dall’Arcivescovo Torrini il 2 settembre 1961. Ogni anno – scrive ancora il Pievano – si celebra la festa del titolare (S. Giovanni Battista).
Punto 6: nella chiesa nuova ci sono 5 altari e nell’antica 2, che sono portatili (uno dedicato a S.Giovanni Battista e l’altro alla Madonna del Suffragio. Il maggiore della chiesa nuova è anch’esso dedicato a San Giovanni Battista, la cui immagine – scrive don Caselli - troneggia sul fondo del coro. Gli altri 4 altari sono portatili e sono dedicati: uno alla Madonna del Rosario, il secondo al SS.Crocifisso, il terzo a S.Gemma Galgani e il quarto ai SS.Ippolito e Cassiano, ma ora vi è la statua del Sacro Cuore di Gesù. L’altare maggiore è privilegiato – scrive Don Luigi Caselli – conservandosi in esso il SS.Sacramento. Il punto 6 si chiude con la dichiarazione che “non vi sono corpi di santi in nessuna delle due chiese”.
Punto 7: l’altare del SS.Sacramento ha il tabernacolo in marmo fisso, internamente rivestito in lamiera dorata, quello della vecchia pieve è invece in legno fisso rivestito di seta bianca e sono ambedue ricoperti esternamente di canapeo. Vi arde sempre la lampada a olio. Nella chiesa parrochiale vi è la balaustra di marmo, ma a quella vecchia vi è un genuflessorio in legno. Le sacre specie si rinnovano ogni 8 giorni.
Punto 8: ogni anno si fa l’esposizione delle 40 ore. Gli adoratori sono invitati personalmente e intervengono. Nessuno si accosta all’altare in abito secolare (vuol diere che tutti indossavano la cappa).
Nei vari altri punti si dice che il Crocifisso sull’altare è così grande da essere visto da tutti, che ogni altare ha sufficiente biancheria, che la biancheria del ciborio e dell’altare è sempre monda, che nella chiesa nuova ci sono due confessionali e in quella vecchia uno, tutti a norma delle leggi liturgiche, che l’acqua delle pilette si rimuove e spesso e, ogni volta, si ripuliscono le pile, che i calici e i vasi sacri sono a norma, che i vasi dei Sacri Olei hanno le indicazioni necessarie, che la luce elettrica “serve solo per fugare le tenebre”, che nelle chiese non vi sono monumenti né sepolture gentilizie,.
Al punto 18 si dice che nella chiesa (nuova) vi è una statua in legno della Vergine col Bambino del secolo XV, “che dalla Soprintendenza ai monumenti è stata giudicata un capolavoro”. Il Pievano aggiunge che “è ben custodita”.
Punto 19: le panche sono di proprietà della chiesa.
In altri punti si dice che la sacrestia è ampia e che in essa è conservato la tabella dei legati a norma del canone 1549. L’organo scrive il Pievano “si trova in cattivo stato”.
Le celebrazioni annuali nella chiesa di S. Giovanni Battista di Cerreto al 1962:
Nei giorni di festa si celebrano 2 messe (alle 6,30 o alle 7 in inverno e alle 10). Ogni anno si celebrano le Novene dell’Immacolata, del Natale, della Madonna del Buon Consiglio, di Pentecoste, di S.Giuseppe e i Tridui di S.Luigi e di S.Rocco. Si celebrano funzioni nei mesi di maggio (Madonna), giugno (Sacro Cuore) e ottobre (Rosario) e l’ottavario dei morti, le 40 ore, la festa del Titolare, di S.Rocco, dell’Addolorata, del ringraziamento per la liberazione dal colera, del SS.Rosario, di S.gemma Galgani, e tutte le altre feste della Chiesa universale.
Nella vecchia Pieve si fa l’esposizione semplice negli ultimi 3 giorni di carnevale e le esposizioni solenni (40 ore) nei giorni di Pentecoste.
Scrive il Pievano in altri punti che “si eseguisce sempre musica liturgica e per l’accompagnamento si usa solo organo e armonium”. Le donne cantano dal loro posto. Non si suonano concerti in chiesa.
Le condizioni statiche del campanile sono buone. La chiave è custodita dal Parroco e dal 1° campanaro. Vi sono 4 campane che non suonano per usi profani.
Interessante è conoscere lo stato della Parrocchia di Cerreto di Sopra al 1962:
il territorio della Parrocchia è di circa 2 Kmq. Consta di 68 famiglie, le anime sono n.262. La Parrocchia confina a levante con Cerreto di Sotto, a ponente con Oneta, a mezzogiorno con S.Iacopo, a settentrione con la Rocca. Vi sono emigrati per ragioni di lavoro. Gli assenti per milizia sono 3. Tornano in condizioni morali e religiose assai buone. Le nascite annue sono in media 4, i matrimoni 2, i morti 2 o 3. Non vi sono – scrive il Pievano – famiglie “acattoliche”. I costumi del popolo – scrive don Luigi Caselli – sono sani e assai morigerati. Non sono invalsi vizi particolari almeno pubblicamente. Si osservano le leggi di Dio e della Chiesa. Il numero approssimativo di coloro che assistono alla Messa è del 90%. Alle funzioni vespertine partecipa il 25%. Coloro che adempiono al precetto pasquale è del 95%. In parrocchia non vi sono scuole.
Il Parroco attuale - scrive il Pievano rispondendo alla specifica domanda del questionario - è Don Luigi Caselli di Alessandro di S.Gennaro di anni 42. E’ parroco dal 17 gennaio 1949 in seguito a concorso. Col parroco convivono i genitori. Non ha coadiutori né cappellano. Non vi sono altri sacerdoti in parrocchia. Con il clero della classe e del vicariato esiste buona armonia.
Interessante anche quanto scrive il Pievano al punto 55: non vi sono in parrocchia persone che facciano propaganda contro la fede e la morale. Non vi sono pratiche supertiziose, né sedute spiritiche, né scandali e disordini tra famiglie.
In altri punti del questionario si dice che non vi è alcun ritrovo pubblico, che le persone leggono assai e che non risulta al parroco che leggano pubblicazioni immorali. I giornali più diffusi a Cerreto sono Il Giornale del Mattino, La Nazione, Il Telegrafo. Si legge pure L’Esare Nuovo, alcune riviste missionarie, una diecina di copie di Alba e 22 copie di Famiglia Cristiana. Alcuni bambini sono abbonati al Vittorioso e al Corrierino. Non vi sono modo poprio scandalose. Nessuno viene in chiesa – scrive Don Caselli – vestito immodestamente. In genere – scrive ancora il Pievano – il doppio precetto festivo è assai osservato, ma le funzioni del pomeriggio sono assai disertate, specialmente dalla gioventù e qualcuno (di domenica) comincia anche a lavorare. Per quanto mi consta – scrive il Pievano – il digiuno e l’astinenza sono assai osservati.
Le processioni indicate nel questionario sono quelle delle Litanie Maggiori e Minori, quella del Corpus Domini, di S.Rocco, della visita alle 7 chiese, alla Madonna dei Ferri.
Si da il segno dell’Ave maria la mattina e la sera.
Scrive ancora il Pievano che si è migliorato il canto dei vespri e di altri canti liturgici. Vi è a Cerreto la Schola Cantorum.
Nella parrocchia vi sono due oratori: uno dedicato al SS.Crocifisso, riedificato nel 1938 (San Rocchino) e uno dedicato a S.Michele Arcangelo (Butia).
Oltre ai sacrestani ci sono 10 chierichetti che – scrive il Pievano – “sono sorvegliati e compiono bene il loro ufficio”. Il catechismo viene insegnato in 6 classi e si tengono i registri. Nel 1962 i bambini da 6 a 11 anni sono 10 e nello stesso numero sono quelli da 12 a 14 anni. Gli obbligati al catechismo intervengono generalmente tutti. Ogni anno si fanno gli esami e la premiazione. Ogni anno il parroco tiene 20 lezioni integrative. Esiste la Compagnia della dottrina cristiana ed è assai attiva. Cinque fra ragazze e donne aiutano il parroco nell’insegnamento del catechismo. L’insegnamento del catechismo agli adulti si tiene al vespro per un quarto d’ora.
Nel 1951, in occasione dell’anno santo, si tennero a Cerreto le “Missioni”.
Nel questionario il Pievano tratta anche la questione dei sacramenti. Per il battesimo dice che alcuni sono solleciti, altri aspettano oltre i tre giorni. L’ostetrica comunque sa battezzare. Vi sono circa 12 persone che si comunicano ogni giorno. Il Pievano non può sapere con esattezza quanti non fanno Pasqua perché taluni vanno nelle parrocchie vicine e ai Padri Francescani, ma pensa che siano circa una decina. Le donne si accostano ai SS. Sacramenti con il capo coperto e vestite assai modestamente. Quelle che vengono in chiesa diversamente vestite – scrive il Pievano – vengono escluse o respinte senz’altro.
Gli infermi si comunicano frequentemente. Il viatico e la comunione si portano privatamente. Il parroco produce da se il vino. Le ostie le acquista dalle suorine di Lucca. Le ostie si rinnovano almeno ogni 8 giorni. Il Parroco è sempre pronto ad ascoltare le confessioni. Più volte all’anno c’è il confessore straordinario. Del resto – scrive don Caselli – chi vuole trova sempre il confessore straordinario al convento dei Padri Francescani.
La parrocchia ha cimitero proprio che dista dalla chiesa circa 200 metri. E’ ben custodito e difeso. Non vi è cappella per la celebrazione della messa. È divenuto insufficiente per la popolazione.
In un’altra parte del questionario il Pievano scrive che il “beneficio” parrocchiale è stato migliorato con l’impianto di uno scasso di circa 1000 viti e con il rifacimento ex novo della stalla e della capanna (che evidentemente sono di proprietà della parrocchia).
Confraternite – Congregazioni e Pie Unioni della Parrocchia di Cerreto di Sopra
Trattando l’argomento delle “confraternite – congregazioni e Pie Unioni” il Pievano , al punto 119 del questionario, scrive che il documento più antico che esiste riguardo alla Confraternita è una pergamena del Generale dei PP. Domenicani, con la quale nel 1637 si da alla confraternita già esistente sotto il titolo di “Confraternita della SS. Annunziata di Cerreto”, quello del SS: Rosario con tutte le indulgenze e i privilegi. La Parrocchia di Cerreto, scrive il Pievano, ha anche la Congregazione della Madonna del suffragio e del Purgatorio, di cui si possiede un documento di erezione datato 9 settembre 1594. Questa fu aggregata alla Arciconfraternita di Roma il 19 settembre 1776. Nella Parrocchia di Cerreto, come scrive il Pievano nel questionario, esiste anche la “Pia Unione dell’Apostolato della preghiera” eretta il 4 ottobre 1921, come da documento conservato in archivio. In altro punto del questionario si dice che l’abito distintivo per la confraternita è una cappa bianca con mantellina celeste. Al 1962 il numero dei confratelli è di 90, che in generale sono puntuali alle funzioni e alle adunanze. Gli iscritti alla Congregazione del Purgatorio sono 65; all’Apostolato della preghiera 80 circa. Nel 1962 Priore della Confraternita è Rinaldo Pasquini, Sottopriore Alberto Pieretti, Camarlingo Giuliano Tuccori.
Direttore di tutte le congregazioni è il parroco. Il Pievano scrive che in parrocchia esiste anche la Pia opera per le vocazioni con oltre 100 ascritti, che hanno una zelatrice.
Al punto 127 il Pievano scrive che in Parrocchia sono esistenti le seguenti associazioni: Gioventù Femminile di Azione Cattolica con le sezioni Aspiranti, Beniamine e Piccolissime;
Unione Donne di A.C. con i fanciulli.
Il documento/questionario è datato 5 maggio 1962, firmato dal Sacerdote Luigi Caselli Pievano e controfirmato dal Vescovo Enrico Bartoletti in data 20 maggio 1962.
Credo che l’importanza del documento sia quello di poter confrontare, quando leggeremo questo testo, quante cose siano cambiate dal 1962…
RELIQUIE ESISTENTI NELLA CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA DI CERRETO DI SOPRA
Tra i vari documenti della Parrocchia di Cerreto ho trovato anche un "Catalogo delle Sacre Reliquie esistenti nella Chiesa Pievanale di Cerreto di sopra". Il documento mi ha incuriosito perchè ho ben riconosciuto la scrittura di Enrico Martini, personaggio borghigiano eccentrico, che ha dedicato la sua vita alla Chiesa, come sacrestano di S.iacopo, ma anche come grande esperto di cose religiose, tanto da compilare, ogni anno, il calendario liturgico che inviava a Roma per la stampa.
Il Martini, figlio del grande libraio Giuseppe Martini, viveva nella sua casa di via S.Francesco a Borgo a Mozzano. L'ho conosciuto bene; era il Segretario "storico" della Confraternita di Misericordia del Borgo e da Lui ho preso tante informazioni sulla storia di questa Istituzione borghigiana di cui mi sono trovato a fare, per tanti anni, il Governatore. A Enrico Martini sono stato vicino, anche assistendolo nei suoi ultimi giorni di vita con qualche nottata in ospedale.
Ecco l'elenco delle reliquie:
Reliquia della S.Croce di NSGC n.2
Reliquie del Velo della BVM n.2
Reliquia di S.Giovanni Battista 1
Reliquia di S.Antonio da Padova 1
Reliquia di S.Anna MVM 1
Reliquia di S.Zita 1
Reliquia di S.Luigi 1
Reliquia di S.Maddalena dei Pazzi e S.Rocco 1
Reliquia di S.Giuseppe Sposo BVM 1
Reliquia di S.Nicola da Tolentino 1
Reliquie di S.Gemma Galgani 2
Reliquia di S.Rosa da Lima 1
Reliquia di S.Camillo de Lellis 1
Un quadro con diverse reliquie
Un quadro con una camicetta di S.Gemma Galgani.
Tutte le suddette reliquie - scrive Enrico Martini - sono debitamente sigillate. Di alcune però mancano le relative lettere di autenticazione.
Gabriele Brunini - febbraio 2020