Documenti dell’Archivio Storico del Comune di Borgo a Mozzano: I PREZIOSI ESTIMI DEL XVI E XVII SECOLO.
Di recente Lucia D’Olivo ed il marito Bruno Gonnella mi hanno consegnato uno di questi libretti, pubblicato, proprio cento anni fa, nel 1921, presso la Tipografia Vannini di Borgo a Mozzano; un "pernozze" che è stato scritto in occasione delle “nozze dell’Ing. Aldo D’Olivo con la Signorina Maria Carosio”, celebrate il 5 settembre 1921; gli sposi sono i nonni di Lucia D’Olivo.
Estensore del libretto è Enrico Pellegrini (1882-1943), avvocato ed esponente di una delle famiglie più in vista del Borgo, che fu Sindaco dal 1920 al 1925; l’argomento del breve testo riguarda, come recita il titolo, “Gli antichi estimi del Borgo a Mozzano”.
Gli “estimi” costituivano il sistema di tassazione che l'autorità comunale imponeva ai cittadini, ripartendo il carico fiscale sui singoli soggetti in base al possesso di beni immobili. Ogni capofamiglia aveva l'obbligo di denunciare in appositi registri, le rispettive proprietà, descrivendone la tipologia ed il valore. La documentazione prodotta da questo sistema, che dal medioevo si protrae fino alla creazione del Catasto moderno, risulta quindi, di grande rilievo storico riguardante le informazioni fornite utili ai più svariati settori della ricerca. Basti pensare ai dati di tipo demografico che sono suggeriti dalla descrizione anagrafica (nome, sesso, status sociale), oppure ai dati di ordine economico che si possono evincere dalla natura dei beni, se agricoli (destinazioni d'uso, indicazioni sulle colture e sull'alimentazione), oppure edilizi (indicazioni urbanistiche e topografiche), spesso accompagnate da disegni degli edifici che sono testimonianze d’arte preziose e belle.
Tra i tanti volumi conservati nell’archivio storico del nostro Comune quelli che riguardano gli “estimi” sono davvero tra i più preziosi, per le notizie che ci tramandano e per le immagini, bellissime, dedicate ai palazzi, alle case ed ai “luoghi” dei nostri paesi.
Gli Estimi più antichi che si trovano nell’Archivio storico comunale di Borgo a Mozzano, come ricorda il Pellegrini nel suo libretto, sono dell’anno 1531 e dell’anno 1649.
Prima di affrontare l’argomento degli “Estimi” c’è la dedica allo sposo e amico Aldo D’Olivo, da parte del Pellelgrini. Il D'Olivo si era diplomato “perito agrimensore” (geometra) studiando presso l’Istituto Tecnico F. Carrara di Lucca; fu un valente musicista e compositore, direttore per lunghi anni della Corale Borghigiana, Sindaco dal 1951 al 1961 e successivamente Consigliere Provinciale. Al momento della rifondazione della Confraternita di Misericordia, nel 1971 fu, con me, un sostenitore convinto della bontà dell’iniziativa.
Ma lasciamo la parola all’avvocato Enrico Pellegrini…
Carissimo Aldo, a te amante ed entusiasta di tutto quello che può tornare di decoro al nostro Borghetto dedico alcune notizie intorno agli antichi Estimi del paese, sicuro che ti riusciranno gradite, particolarmente per quello che riguarda l’architettura, oggetto dei tuoi studi prediletti. Tali notizie – continua il Pellegrini – le ho tratte in succinto da un lavoro prezioso e di mole, ancora inedito, compilato da mio zio Professore (1). Il quale come sai ha frugato, coll’amore e colla competenza che lo distinguono ogni angolo del nostro paese per toglierne fuori tutto quello che v’è di buono, di interessante od anche soltanto di simpatico a sapersi e vedersi riguardante la storia e l’arte”. La dedica si conclude così: “Vogli pertanto, mio caro Aldo, gradire questo segno d’affetto che ti porge con gli auguri più fervidi di felicità, nel giorno lieto delle tue nozze, l’amico ENRICO PELLEGRINI – Borgo a Mozzano 5 settembre 1921.
Ed ecco le interessanti notizie su GLI ANTICHI ESTIMI DEL BORGO A MOZZANO.
L’Estimo Comunale da cui parte il Pellegrini è quello del 11 agosto 1531, il più antico di quelli conservati, composto da Nicolao di Alessandro Nicolai da Dezza. Il Pellegrini, come è stato per secoli, considera “Borgo” (Borgo a Mozzano) il territorio riconducibile alla Parrocchia di S. Iacopo, che ha come confine nord il “Ponticello” sul Rio di Oneta e come confine sud la “porta” di ponente che, corredata da un muro di cinta, chiudeva il paese poco oltre quello che è oggi il palazzo comunale (dove si trova anche la mia casa che, nella parte più antica, esisteva già nel XVI secolo). La parte nord dell’attuale Borgo a Mozzano, dal Ponticello in su, fino al ponte della Maddalena, era infatti considerato come “Cerreto di Sotto” ed era territorio della Parrocchia di S. Rocco.
Dopo la porta di ponente c’erano, nell’anno di stesura dell’Estimo (1531), lato fiume, solo il piccolo oratorio del SS. Crocifisso, risalente alla metà del secolo XV e, sul colle sotto “Macea”, il convento francescano, la cui costruzione era iniziata nel 1524; per il resto solo campi e luoghi coltivati, appartenenti alle famiglie del Borgo.
Una notizia interessante che il Pellegrini ci fornisce riguarda la Porta e il muro di cinta che chiudeva l’abitato del Borgo; l’autore, che scrive nel 1921, ci dice infatti che la porta stessa fu distrutta circa sessant’anni or sono insieme al muro che cingeva il paese da ponente. Un data che più o meno coincide con quella della proclamazione del Regno d’italia (1861).
Nell’Estimo, sostiene il Pellegrini, le case sono le medesime di oggi, quanto al posto che occupano, ma sono molto diverse per quanto riguarda l’architettura. Di faccia alla Chiesa di S. Iacopo – al tempo dell’Estimo - esisteva il cimitero che occupava pure l’area dell’attuale palazzo comunale (oggi Unione dei Comuni), il quale fu costruito dalla Famiglia Ricci circa mezzo secolo dopo (verso la fine del XVI secolo).
All’angolo del Mercato si trova la casa Santini (2), e tutt’ oggi nella cucina della stessa – scrive il Pellegrini – sulla fascia del camino, si vede l’arma di quella nobile famiglia che si blasona: d’azzurro a due fusi d’argento accompagnati in capo da una rosa di rosso.
I Santini, come ci spiega il libretto, abitavano in Borgo assai prima che sorgesse il Comune di Cerreto Inferiore, oggi S. Rocco, di cui quella famiglia divenne poi la più importante, costruendovi il grande palazzo che ha l’ingresso principale sulla piazza di S. Rocco (oggi sede della biblioteca e dell’archivio comunale), dove possedevano la maggior parte dei terreni agricoli e dove contribuirono in maniera rilevante alla costruzione della grande chiesa, al suo abbellimento ed al suo mantenimento.
Il libretto ci informa che lateralmente alla casa Santini l’Estimo registra una casa distrutta dal fuoco, ed oggi nell’area di essa, evidentemente ceduta dal proprietario al Comune, esiste la strada che accede alla piazza del Mercato.
Proseguendo per la via principale verso la zona sud del paese, sulla destra, l’Estimo evidenziava un grande fabbricato, insigne per sei grandi finestre bifore. Nel 1921 in quel fabbricato c’era l’Osteria della Fontana (3), ma il Pellegrini ricorda che anche nel 1531 aveva tale destinazione sotto il nome di Osteria del Comune. La testimonianza dell’esistenza di questa Osteria del Comune – come viene ricordato nel libretto di nozze - ci arriva anche dallo storico e scrittore lucchese Giovanni Sercambi (1348-1424), che racconta, in una sua novella, di Chilandrino, un falso frate che sapendo che al Borgo si faceva il più grande mercato del contado lucchese, si recò qua, alloggiò all’Osteria del Comune mangiando e bevendo allegramente per vari giorni, e se ne partì senza pagare il conto mediante un inganno teso a Narda padrona dell’Osteria.
Sempre sul lato destro della strada, scendendo verso la Porta, si trova la casa che, nel 1921, era di Isidoro Fazzi (4) e che, come ricorda il Pellegrini, non è indicata nell’Estimo: la ragione di questa mancanza è dovuto al fatto che quella casa, nel XVI secolo, apparteneva agli Arnolfini, importanti nobili lucchesi, ed i Nobili come il Clero godevano del privilegio dell’esenzione dalle imposte.
Un’altra interessante annotazione del Pellegrini riguarda l’ultima casa del lato destro della strada a cui, ai tempi dell’Estimo, era annesso un orticello divenuto poi la piazza XX Settembre.
Passando alla fila opposta di case l’Estimo segnala la presenza di case bruciate. Non è improbabile – dice l’autore – che siano state incendiate dalle orde fiorentine del Fortebraccio nel secolo precedente. All’estremità del paese un muro di cinta partiva dalle case annesse al Frantoio del Comune, scendeva verso il fiume per risalire verso levante abbracciando colle case gli orti circostanti.
Non c’è traccia nell’Estimo del 1531 dell’attuale palazzo comunale che, come ricorda il Pellegrini, fu costruito nel 1545 come Palazzo Pretorio o Vicariale.
Risalendo verso il Ponticello, il Pellegrini scrive che non sono descritte le case che vanno da quella, oggi (al 1921) di proprietà del Sig. Federico Pierotti, a quella degli Eredi del compianto dottor Pierotti. La spiegazione di questa mancanza di dati nell’Estimo deriva dal fatto che le case suddette appartenevano al tempo alla Vicaria di Coreglia, che comprendeva anche gli attuali Comuni di Borgo a Mozzano e Pescaglia. In esse, come dice lo storico Salvatore Bongi (1825-1899), abitavano due secoli avanti i figli di Francesco Castracani degli Antelminelli, i quali per maggiore comodità preferivano abitare al Borgo piuttosto che al capoluogo della loro Contea. E anche posteriormente alla dominazione dei Castracani il Vicario inviato di anno in anno dalla Repubblica di Lucca continuò ad abitare in quelle case insieme alla sua corte.
Enrico Pellegrini non fornisce alcuna notizia sul bel palazzo di famiglia, che si trova in quel tratto di strada, che è stato sede del Centro Studi Agricoli fino agli anni ’80 del secolo XX e poi sede della Biblioteca e dell’Archivio Comunale fino ai primi anni 2000.
Il libretto riporta poi che nella casa dei fratelli Barsi, dove attualmente (siamo nel 1921) ha sede il Circolo l’Unione (5), esisteva l’arme di Giovanni Sbarra, Vicario del Borgo nel 1544, arma attualmente conservata nell’atrio del Palazzo Pretorio. Tuttora questa arma si trova nell’atrio di quello che è oggi il palazzo comunale. In una soprassoglia della medesima casa – scrive ancora il Pellegrini- si scorge anche l’arme di Silvestro Trenta notaio e nel 1615 Commissario in Borgo. Le antiche case dei Trenta erano ricche di bel pietrame di cui piccola parte si conserva nell’atrio del Palazzo Pretorio (tuttora alcune di queste pietre sono custodite nell’atrio del palazzo comunale, anche se sembra che alcune siano state trafugate).
Andando avanti lungo la strada, dalla medesima parte, si trova il grande fabbricato che va sotto il nome di Palazzaccio (6), così come anche oggi è denominato; il Pellegrini ci fa sapere però che quel palazzo un tempo era denominato pomposamente Casa Magna.
Oggi in quel palazzo condominiale anche la Misericordia di Borgo a Mozzano possiede un appartamento lasciato in eredità da Maria Caterina Giovannini e condivide il condominio con le proprietà Guaspari e Carretta.
Nella strada comunale, ora chiamata “di dietro”, presso la canonica di S. Iacopo, si trovava l’edificio per l’ospedale dei Forestieri, oggi trasformato notevolmente.
La strada “di dietro” è oggi denominata “via degli orti”, ma un tempo era chiamata comunemente anche “via della miseria”.
Altre notizie importanti che ci vengono da questo libretto di nozze sono le seguenti:
in piazza del Mercato esisteva una fontana che, nel 1592, fu trasportata nell’attuale piazza XX settembre (dove esiste tuttora); in tale occasione la ringhierina di ferro che circondava la fontana venne collocata alla Madonna dei Ferri che, proprio per questo, prese quel nome; il gruppo di case a settentrione del Mercato, oggi chiamato Castelletto, è descritto nell’Estimo del 1531 con i nomi di Corte, nella parte in basso e di Campo di Fiore in alto.
Enrico Pellegrini scrive, concludendo il libretto, che l’Estimo del 1531, purtroppo, non ci fornisce traccia di quella che fosse l’architettura delle case, e ciò a danno della storia dell’arte del nostro paese. A tale deficienza supplisce in parte un altro Estimo composto nel 1649 da Antonio Alessi di Vitiana, pubblico agrimensore. In esso troviamo non solo descritte ma disegnate in prospettiva molte case, e, con lieta sorpresa, vediamo che buona parte di esse presentano le antiche finestre bifore, sebbene non riprodotte molto fedelmente.
A proposito di queste finestre bifore l’autore ritiene che possano esistere anche nella facciata della Chiesa stessa di S. Iacopo che, al tempo dell’Estimo aveva una sola navata. Le finestre potrebbero essere nascoste ai nostri occhi da un leggiero strato di calce, e sarebbe prezzo dell’opera metterle in luce restituendole al loro primitivo stato ed all’antico splendore.
La conclusione del testo di Enrico Pellegrini è davvero un bell’auspicio:
il Borgo così conservato sarebbe un museo.
Un libretto con gli auguri di nozze, ritrovato tra le carte di un personaggio importante come Aldo D’Olivo, mi ha permesso di scrivere cose utili per approfondire le conoscenze sul nostro amato paese, che potranno tornare utili a chi vorrà studiarne la storia e le bellezze.
Luglio 2021 – Gabriele Brunini
Nota 1: Lo zio professore è Francesco Maria Pellegrini autore del libro “Borgo a Mozzano e Pescaglia nella storia e nell’arte” – Tipografia G. Giusti Lucca – 1925.
Nota 2: Oggi quella grande casa sull’angolo della via di accesso alla piazza del mercato (piazza Garibaldi) è di proprietà Flosi Cheli.
Nota 3: Il nome “osteria della fontana” era da attribuirsi ad una fontana che, fino agli anni attorno al 1960, esisteva nella facciata di quel palazzo, oggi proprietà Ricciarelli e Amidei, dove, al piano terra, oggi si trovano i negozi di Sandra Brunini (alimentari), di Laura Amidei “Sottosopra” e, fino a poco tempo fa, di Simonetta De Servi (borse e accessorize).
Nota 4: Non riesco ad identificare la casa di Isidoro Fazzi. Guardando la tipologia degli edifici in quel breve tratto di strada, penso che una casa importante sia quella con l’arco in pietra, oggi di proprietà della Misericordia che, al primo piano ha importanti soffitti a cassettone ed un camino in pietra di grande storia.
Nota 5: Il Circolo “L’Unione” esisteva al Borgo già nell’800 e si trovava al primo piano della casa oggi di proprietà delle famiglie Dini e De Amicis. Detti circoli erano il luogo di ritrovo della nobiltà o dei benestanti dei paesi e delle città. A Lucca un “Circolo dell’Unione”, con quelle caratteristiche, esiste tuttora. Il Circolo “L’Unione”, al Borgo, dopo un lungo periodo di inattività, fu riaperto attorno al 1960 nei locali dell’Ex convento delle Oblate che, ristrutturato durante il periodo fascista, con la realizzazione anche della sala cinematografica, era stato sede del delle scuole (asilo delle suore e elementari), oltreché dell’Opera Nazionale Dopolavoro.
Nota 6: Oggi in quel palazzo condominiale, tuttora conosciuto come “Palazzaccio”, anche la Misericordia di Borgo a Mozzano possiede un appartamento lasciato in eredità da Maria Caterina Giovannini, e condivide il condominio con le proprietà Guaspari e Carretta.