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LE MEMORIE DI GUERRA DEL PIEVANO DI CERRETO DON GIUSEPPE TOLOMEI (ANNO 1944).

"BREVI MEMORIE DI GUERRA" scritte dal Pievano di Cerreto don Giuseppe Tolomei nel 1945

Assai interessante appare lo scritto del Pievano di Cerreto, inserito nel "Registro delle spese straordinarie fatte nella Chiesa di S.Giovanni Battista di Cerreto di Sopra" riguardante il periodo della seconda guerra mondiale e, soprattutto, il momento del passaggio del fronte sul nostro territorio. Fortunatamente non ci furono le conseguenze tragiche, che si sarebbero potute verificare, se la battaglia di contrasto all'arrivo degli alleati si fosse combattuta utilizzando le numerose fortificazioni che erano state allestite nel nostro territorio comunale (muro anticarro, gallerie per il ricovero di armi e militari, trincee, ecc.). La decisione presa dai tedeschi di spostare più a nord (in direzione Gallicano - Castelnuovo Garfagnana) la linea del fronte, salvò i nostri paesi dalle inevitabili distruzioni ed evitò anche il drammatico sfollamento delle popolazioni, già ipotizzato, verso il territorio di Modena.
Don Giuseppe Tolomei fu amato Pievano di Cerreto dal 1922 fino alla morte, avvenuta il 2 dicembre 1948.


Il campo di concentramento di Socciglia
Scrive don Tolomei:
"La guerra 1940-1945 si è fatta sentire anche in questi luoghi. Ai primi di agosto 1944 fu aperto un campo di concentramento alla "Socciglia" in quel di Anchiano per gli uomini di Pisa e di altri luoghi rastrellati dai tedeschi. Siccome furono presi all'improviso e tanti fatti alzare dal letto di buon mattino, si ritrovarono mancanti quasi dei più necessari indumenti". E così che Don Tolomei raccomanda "ai parrocchiani le necessità di questi poveretti", recandosi "insieme ad altri, per due volte, a visitarli recando loro indumenti, generi alimentari e un pò di biancheria e stoviglie; ma soprattutto - aggiunge il Pievano - una parola di conforto e di speranza. La vista di tanto abbandono - scrive ancora Don Tolomei - stringeva il cuore e ricacciava in gola la buona parola di fronte alla durezza della autorità militare. Non mancarono dei conforti religiosipoichè il giorno festivo sul far della sera veniva celebrata per essi la S.Messa , durante la quale potevano accostarsi ai SS.Sacramenti. Ma avvicinandosi sempre più il fronte - continua lo scritto del Pievano don Tolomei - furono trasferiti altrove ed alcuni poterono anche darsi alla fuga con pericolo di esser nuovamente rastrellati dalle terribili SS tedesche".

L' ordine di  sfollamento
Scrive ancora il Pievano: "Ai primi di settembre (1944)fu dato ordine dal comando teedesco al nostro paese di sfollare. Nemmeno il Parroco veniva eccettuato: ma essendosi formato un ospedaletto per i cronici e i vecchi che non potevano sopportare i disagi di un lungo viaggio, si doveva andare a Modena, poichè non c'erano mezzi di trasporto all'infuori delle proprie gambe, il Parroco potè rimanere come Direttore. Nè si allontanò mai dalla propria abitazione. I contadini potevano rimanere fino al 20 e poi fino al 30 del mese per la vendemmia".

L'arrivo degli alleati
Il racconto del Pievano don Tolomei prosegue: "Nelle prime ore della mattina del 15 settembre arrivarono le prime cannonate degli anglo-americani che guastarono alcune case (di Cerreto). Si susseguirono poi numerose di giorno e di notte, tanto che dalla Cune e da Corsagna si stava osservando da un momento all'altro la fine, ossia la distruzione, di questo piccolo paese. Il giorno 18 circa le ore 11 fu colpita anche la facciata della chiesa, con danni limitatissimi". (Da notare che il bombardamento di Cerreto, che colpì la facciata della chiesa e distrusse la casa di Pellegrino Lamberti, avvenne lo stesso giorno del bombardamento di Dezza, in cui perse la vita la trentenne Ester Santini, ndr).

Il bombardamento di Morante e la morte di Barsanti e Gurioli
"Ma la giornata cruciale - scrive ancora il Pievano - fu il 21 di settembre nella quale si ebbero due morti nella località di "Morante" (a causa di un bombardamento alleato, ndr): Ettore Barsanti di Virginio con moglie e un figlio e Ugo Gurioli di Giovanni pure ammogliato con tre figli, questo ultimo di S.Iacopo del Borgo. Furono trasportati con gran pericolo a Cerreto ed ivi seppelliti senza esequie, chè non erano possibili. Alla sera di questo giorno, circa le ore 20, una cannonata di grosso calibro si abbatteva sulla casa di Pellegrino Lamberti che la distruggeva completamente e feriva non troppo gravemente una donna di Livorno, la quale il giorno dopo fu trasportata alla Cune. Tanti che avevano resistito fino al quel giorno si allontanarono (da Cerreto)".
Prosegue il racconto del Pievano: "Un senso di sgomento e di desolazione pesava sul paese quando nella notte dal 24 al 25 settembre, quasi per miracolo, i tedeschi si allontanarono per sempre ritirandosi verso Castelnuovo di Garfagnana.
Si deve ad una speciale protezione del cielo - conclude il Pievano don Giuseppe Tolomei - se il Borgo a Mozzano non fu raso al suolo. Di questa protezione ne renderemmo e ne rendiamo grazie al Signore.

Sul registro le "brevi memorie di guerra" portano anche la firma, per visione, dell'Arcivescovo Antonio Torrini,  in visita pastorale il 15 agosto 1945. 

 Trascritte da Gabriele Brunini - febbraio 2020







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